Israele e Hamas hanno raggiunto il 9 ottobre un accordo per un cessate il fuoco a Gaza basato su un piano annunciato alla fine di settembre dal presidente statunitense Donald Trump.

Ecco cosa si sa dell’accordo firmato dopo giorni di negoziati indiretti con la mediazione dell’Egitto, dove sono avvenuti i colloqui, degli Stati Uniti e del Qatar.

  • Ostaggi contro prigionieri La prima fase del piano prevede un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri palestinesi con gli ostaggi israeliani detenuti dal movimento islamista autore degli attentati contro Israele del 7 ottobre 2023. Hamas libererà in una sola volta i venti ostaggi vivi (dei più di quaranta ancora a Gaza), ha dichiarato all’Afp un responsabile del movimento. Saranno scambiati con circa duemila prigionieri palestinesi: 250 che scontano l’ergastolo e altri 1.700 detenuti da Israele dall’inizio della guerra, secondo la stessa fonte. L’accordo prevede che lo scambio avvenga entro 72 ore dalla firma. Trump ha detto di pensare che tutti gli ostaggi saranno “di ritorno lunedì”.
  • Liste di prigionieri Uno dei punti più difficili dei negoziati riguardava la lista presentata da Hamas dei prigionieri palestinesi che il movimento vorrebbe vedere liberati durante la prima fase. Secondo una testata giornalistica vicina allo stato egiziano, nell’elenco c’è anche il nome di Marwan Barghouti, uno dei leader del movimento Al Fatah. Considerato un possibile successore del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Barghouti è detenuto da Israele dal 2002 dopo essere stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo in alcuni attentati contro Israele. Per ora non ci sono informazioni sulla lista accettata da Israele.
  • Aiuti Almeno quattrocento camion di aiuti umanitari entreranno ogni giorno nella Striscia di Gaza durante i primi cinque giorni del cessate il fuoco, e questo numero aumenterà nei giorni successivi, secondo la fonte di Hamas. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha dichiarato di avere “abbastanza scorte per nutrire l’intera popolazione per i prossimi tre mesi”.
  • Ritiro dell’esercito israeliano Secondo Donald Trump, l’accordo raggiunto prevede che Israele “ritirerà le sue truppe fino alla linea concordata” all’interno dell’enclave. Secondo l’alto responsabile di Hamas citato in precedenza, l’accordo stabilisce “ritiri programmati” delle truppe israeliane. Il movimento ha invitato Trump e i paesi garanti dell’accordo “a non permettere che Israele si sottragga alla sua applicazione”.
  • Punti in sospeso Il piano statunitense prevede l’istituzione di un “organismo internazionale di transizione” chiamato Comitato per la pace, presieduto da Donald Trump, e il disarmo di Hamas. Il movimento islamista non ha parlato del proprio disarmo né del destino dei suoi combattenti, punti chiave della proposta. Il presidente palestinese Mahmud Abbas si è augurato che l’accordo possa aprire la strada alla creazione di uno stato palestinese, un obiettivo a lungo termine del piano statunitense. Ma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e vari politici del suo governo si sono opposti a questa eventualità.
  • Il voto in Israele L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che l’accordo entrerà in vigore solo dopo che sarà stato ratificato dal governo israeliano. Il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, di estrema destra, ha già detto che voterà contro e che si oppone alla liberazione dei prigionieri palestinesi.
  • La prossima tappa Un responsabile di Hamas ha dichiarato che i negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco cominceranno “immediatamente” dopo la firma della prima fase dell’accordo. Israele non si è pronunciato.
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