Il 25 settembre l’esercito israeliano ha bombardato Sanaa, la capitale dello Yemen, controllata dai ribelli huthi, causando almeno nove morti e 174 feriti. Il giorno prima gli huthi avevano rivendicato un attacco con un drone nel sud d’Israele.

I giornalisti dell’Afp presenti a Sanaa hanno riferito di aver sentito varie esplosioni e di aver visto colonne di fumo in tre punti diversi della capitale.

Anees Alasbahi, portavoce del ministero della salute degli huthi, ha dichiarato sul social network X che “il bilancio è di nove martiri e 174 feriti”, aggiungendo che i soccorritori stanno ancora cercando vittime sotto le macerie.

Secondo l’emittente tv degli huthi Al Massira, l’esercito israeliano ha colpito un centro di detenzione, una centrale elettrica e due quartieri residenziali.

Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che “gli attacchi hanno permesso di eliminare decine di terroristi huthi e di distruggere scorte di droni e armi”.

L’esercito israeliano ha affermato in un comunicato di aver preso di mira vari obiettivi huthi, tra cui “il quartier generale dello stato maggiore, complessi appartenenti ai servizi di sicurezza e campi militari, da cui si pianificavano attacchi terroristici contro Israele”.

L’esercito ha aggiunto che “Israele condurrà presto altre operazioni contro il regime degli huthi”.

In serata l’esercito israeliano ha affermato di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen, dopo che nel centro d’Israele si erano sentite le sirene d’allarme. Gli huthi hanno confermato di aver preso di mira la regione di Jaffa con un missile ipersonico Palestine 2.

Il 24 settembre gli huthi avevano rivendicato un attacco con un drone a Eilat, una località balneare israeliana sul mar Rosso, che aveva causato 22 feriti.

Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, gli huthi hanno intensificato i lanci verso Israele e gli attacchi alle navi nel mar Rosso, sostenendo di agire in solidarietà con i palestinesi.

In risposta, Israele ha condotto numerosi raid nello Yemen, colpendo tra le altre cose porti, centrali elettriche e l’aeroporto internazionale di Sanaa.

Il 28 agosto il capo del governo degli huthi Ahmad Ghaleb al Rahawi e vari ministri erano stati uccisi in un bombardamento israeliano. Il 10 settembre 46 persone erano morte nei raid israeliani a Sanaa e nella regione settentrionale di Al Jawf.