Il 21 settembre il Regno Unito, il Canada, l’Australia e il Portogallo hanno riconosciuto lo stato della Palestina, alla vigilia di annunci simili di altri paesi, tra cui la Francia, in occasione della sessione annuale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Israele ha reagito minacciando di estendere la colonizzazione nella Cisgiordania occupata.

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha giustificato la sua decisione, in un videomessaggio diffuso sui social network, con la volontà di “riaccendere le speranze di pace attraverso la soluzione a due stati”.

Il premier canadese Mark Carney ha avanzato la stessa argomentazione, affermando in un comunicato che il riconoscimento “s’inserisce nel quadro di uno sforzo internazionale per preservare la possibilità di una soluzione a due stati”.

Il capo del governo australiano Anthony Albanese ha invece sottolineato “le legittime e per troppo tempo negate aspirazioni del popolo palestinese ad avere un proprio stato”.

Seguendo il loro esempio, il ministro degli esteri portoghese Paulo Rangel ha spiegato che “la soluzione a due stati è l’unica via per una pace giusta e duratura”.

Un numero crescente di stati aveva già compiuto questo passo simbolico negli ultimi mesi, ignorando le forti pressioni esercitate dagli Stati Uniti e da Israele.

Il 22 settembre, nel corso di un vertice copresieduto da Francia e Arabia Saudita alla vigilia dell’apertura della sessione annuale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, una decina di paesi dovrebbe riconoscere lo stato palestinese.

Il 21 settembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito al riconoscimento affermando di voler estendere la colonizzazione nella Cisgiordania occupata e ribadendo che non ci sarà mai uno stato palestinese. “Non accadrà. Nessuno stato palestinese vedrà mai la luce a ovest del Giordano”, ha dichiarato in un videomessaggio.

Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha proposto di rispondere al riconoscimento con “l’immediata annessione della Cisgiordania”.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha invece definito il riconoscimento “un passo importante e necessario verso la realizzazione di una pace giusta e duratura”.

In risposta alle accuse del governo israeliano, Starmer ha affermato che la sua decisione “non è un regalo ad Hamas”, che “non potrà avere alcun ruolo nello stato palestinese”.

Il premier britannico ha aggiunto che nelle prossime settimane il suo governo adotterà nuove sanzioni contro il gruppo palestinese, ribadendo il suo appello per il rilascio degli ostaggi israeliani e per una tregua.

Circa tre quarti dei 193 stati delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina.