Dopo la sentenza del 16 settembre contro alcuni ex leader guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), il 18 settembre il tribunale incaricato di giudicare i crimini commessi durante sessant’anni di conflitto armato in Colombia ha condannato per la prima volta degli ex militari.

Dodici ex membri delle forze armate, tra cui due ex colonnelli, sono stati riconosciuti colpevoli di 135 omicidi e sparizioni forzate di civili commessi tra il 2002 e il 2005. Le condanne sono legate al cosiddetto scandalo dei “falsi positivi”, in cui i militari uccidevano civili presentandoli come guerriglieri caduti in combattimento.

Gli ex militari sono stati condannati a pene alternative al carcere, come prevede la giustizia riparativa della Giurisdizione speciale per la pace (Jep), creata in seguito all’accordo di pace del 2016 tra il governo e le Farc.

Posti in libertà vigilata, nei prossimi otto anni dovranno svolgere lavori socialmente utili in memoria delle vittime, partecipando tra le altre cose alla costruzione di monumenti e centri comunitari in aree al confine con il Venezuela, dove avevano prestato servizio.

Migliaia di giovani, in maggioranza in condizioni di povertà, erano stati uccisi dai militari durante il conflitto con le Farc. L’obiettivo era migliorare i dati sulla lotta alle organizzazioni guerrigliere in modo da ottenere benefici, tra cui congedi e onorificenze.

“Nessun colombiano avrebbe dovuto morire a causa di una rete criminale che selezionava, assassinava e faceva sparire persone innocenti, con l’unico scopo di trasformarle in dati statistici”, ha dichiarato il giudice Alejandro Ramelli.

La Jep ha documentato almeno 6.402 casi di “falsi positivi” tra il 2002 e il 2008, durante la presidenza di Álvaro Uribe (2002-2010).

L’ex presidente, che contesta l’accordo di pace del 2016, sostiene che il suo governo non fosse a conoscenza dei fatti.

All’inizio di agosto Uribe era stato condannato a dodici anni di arresti domiciliari per aver esercitato pressioni su dei testimoni per nascondere i legami con gruppi paramilitari d’estrema destra, nel primo processo contro un ex capo dello stato. Uribe è anche indagato per lo scandalo dei “falsi positivi”.

Il 16 settembre la Jep aveva emesso la sua prima sentenza, condannando sette ex leader delle Farc a una pena massima di otto anni di libertà vigilata e servizi sociali per il loro coinvolgimento in più di 21mila rapimenti.

Dopo questa sentenza molte delle vittime, tra cui la francocolombiana Ingrid Betancourt, rapita e tenuta prigioniera nella giungla per sei anni, avevano contestato le pene, considerate troppo morbide.