Il 17 settembre la Federal reserve (Fed), la banca centrale degli Stati Uniti, ha abbassato i tassi d’interesse per la prima volta quest’anno, in misura considerata però insufficiente da Stephen Miran, uno dei governatori dell’istituto, appena nominato dal presidente Donald Trump.
La Fed ha abbassato i tassi di riferimento di un quarto di punto, portandoli al 4-4,25 per cento, lasciando la porta aperta alla possibilità di altre due riduzioni entro la fine dell’anno.
Negli Stati Uniti la strategia monetaria, di solito di competenza del mondo accademico, è scivolata verso la saga politica e la cronaca giudiziaria.
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Da mesi Trump rimprovera al presidente della Fed Jerome Powell di ostacolare un allentamento della politica monetaria degli Stati Uniti. Oltre ad aver nominato tra i governatori Miran, uno dei suoi fedelissimi, il presidente repubblicano sta cercando di destituire la governatrice Lisa Cook, che però è stata autorizzata a restare in carica da una corte d’appello federale.
Durante la conferenza stampa del 17 settembre, Powell ha cercato di parlare solo di economia, evitando le polemiche politiche.
La Fed “ha fatto bene ad aspettare” prima di abbassare i tassi, ha affermato Powell, che Trump ha soprannominato “Troppo tardi”.
Solo Miran ha votato contro il taglio dei tassi di un quarto di punto, perché ne chiedeva uno di mezzo punto, secondo un comunicato dell’istituto.
Di recente, davanti ai senatori incaricati di confermare la sua nomina, Miran aveva avvertito che non avrebbe lasciato il suo incarico alla Casa Bianca, in quanto il suo mandato alla Fed è solo temporaneo.
Interrogato su questa situazione senza precedenti, Powell si è limitato a sottolineare che la Fed è “fermamente determinata a preservare la sua indipendenza”.
Sul piano economico, la Fed è più ottimista riguardo alla crescita statunitense, con una previsione per il 2025 che è passata dall’1,4 all’1,6 per cento, in forte calo però rispetto al 2024 (+2,8 per cento).
Le altre previsioni per il 2025 non sono cambiate rispetto a giugno: l’inflazione dovrebbe attestarsi al 3 per cento, ben al di sopra dell’obiettivo del 2 per cento, e la disoccupazione al 4,5 per cento, leggermente al di sopra del 4 per cento che è considerato di piena occupazione.
Ryan Chahrour, professore di economia alla Cornell university, ha definito “sorprendente” l’abbassamento dei tassi, almeno dal punto di vista economico, considerando la persistenza dell’inflazione.