Il 18 settembre decine di migliaia di persone sono scese in piazza in Francia durante una giornata di scioperi e manifestazioni, indetta dai sindacati, contro possibili tagli alla spesa pubblica nella prossima legge di bilancio.

Si tratta della seconda giornata di mobilitazione in otto giorni, dopo quella del movimento “Bloquons tout” (Blocchiamo tutto) del 10 settembre, alla quale secondo le autorità avevano partecipato 200mila persone.

A metà giornata del 18 settembre le autorità avevano registrato 253 azioni di protesta e 76.500 manifestanti, dopo che il giorno prima avevano detto di aspettarsi fino a 900mila manifestanti, come all’epoca delle grandi mobilitazioni contro la riforma delle pensioni nel 2023.

“Questa giornata è già un successo”, ha affermato Sophie Binet, leader del sindacato Confédération générale du travail (Cgt), mentre Marylise Léon, leader del sindacato Confédération française démocratique du travail (Cfdt) ha definito le proteste “un chiaro avvertimento al nuovo primo ministro Sébastien Lecornu”.

La manifestazione più grande, a Parigi, è cominciata poco dopo le 14, mentre in precedenza alcuni scontri erano stati segnalati a Nantes (ovest) e Lione (est).

Circa 80mila membri delle forze di sicurezza sono stati schierati in tutto il paese.

La giornata di mobilitazione arriva dieci giorni dopo la nomina di Lecornu, che sta affrontando la stessa sfida del suo predecessore, François Bayrou: ottenere l’approvazione di una legge di bilancio che permetta di ridurre il debito pubblico, arrivato al 114 per cento del pil.

Prima di essere sfiduciato, Bayrou aveva ribadito l’urgenza di risanare il bilancio dello stato, sostenendo che la crisi del debito mette a rischio “il futuro stesso della Francia”.

“I miei nonni e i miei genitori hanno lottato per lo stato sociale, e ora io sto lottando per i miei figli e i miei nipoti”, ha dichiarato il 17 settembre Bruno Cavelier, un idraulico in pensione che ha partecipato alla manifestazione a Lione.

In mattinata sono stati segnalati forti disagi nei trasporti pubblici a Parigi.

Circa un terzo degli insegnanti ha aderito allo sciopero, mentre gli studenti hanno bloccato gli ingressi di decine di licei.

Lecornu, il terzo primo ministro dopo lo scioglimento dell’assemblea nazionale, deciso dal presidente Emmanuel Macron nel giugno 2024, ha annunciato
“cambiamenti di sostanza e di forma”, senza fornire dettagli, e avviato le consultazioni con i partiti per formare un governo e definire un programma.