Il 15 settembre Donald Trump ha annunciato che le forze armate statunitensi hanno distrutto una seconda imbarcazione che, a suo dire, era usata dai “narcoterroristi” venezuelani per trasportare droga verso gli Stati Uniti, mentre Caracas ha accusato Washington di preparare “un’aggressione militare contro il Venezuela”.
Il 2 settembre un primo attacco statunitense contro un’imbarcazione partita dal Venezuela aveva causato la morte di undici persone nel mar dei Caraibi, dove gli Stati Uniti hanno schierato varie navi da guerra in nome della lotta al narcotraffico.
Trump ha precisato sul suo social network Truth Social che il nuovo attacco è avvenuto la mattina del 15 settembre “in un’area di competenza del Southcom (lo United States southern command, ndr)”. Ha provocato la morte di “tre narcoterroristi venezuelani”, ha aggiunto, allegando al messaggio un video che mostra il momento in cui l’imbarcazione viene colpita.
Poco dopo, in una dichiarazione alla stampa, il presidente statunitense ha detto di avere “le prove” che l’imbarcazione trasportasse droga: “Dopo l’attacco sparsi in mare c’erano grandi pacchi contenenti cocaina e fentanyl”.
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Le tensioni tra Washington e Caracas si sono aggravate nelle ultime settimane, dopo che le forze armate statunitensi hanno schierato sette navi da guerra nel mar dei Caraibi e una nell’oceano Pacifico.
Gli Stati Uniti accusano il presidente venezuelano Nicolás Maduro di guidare una rete di trafficanti di droga, il Cártel de los soles, la cui esistenza è però oggetto di dibattito. Ad agosto avevano aumentato a cinquanta milioni di dollari la taglia per l’arresto di Maduro.
“È in corso un’aggressione militare e il Venezuela ha il diritto, in base al diritto internazionale, di rispondere”, ha dichiarato il 15 settembre Maduro durante una conferenza stampa, sottolineando che “il nostro paese eserciterà il suo diritto legittimo a difendersi”.
Ha definito le accuse americane “bugie”, sostenendo che la cocaina che entra negli Stati Uniti, il più grande consumatore mondiale, passa principalmente per i porti dell’Ecuador e l’oceano Pacifico.
Il presidente venezuelano ha anche accusato gli Stati Uniti di voler “provocare un cambio di regime per impadronirsi delle immense ricchezze di petrolio e gas del Venezuela”.
Il 14 settembre, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se fosse possibile un attacco in territorio venezuelano, Trump non aveva escluso l’ipotesi: “Vedremo cosa succederà. Il Venezuela ci sta inviando i suoi membri di gang, i suoi spacciatori e la sua droga. Questo non è accettabile”.
Di recente Maduro ha invitato la popolazione ad arruolarsi nella milizia, un corpo altamente politicizzato creato dall’ex presidente Hugo Chávez (1999-2013). Ha anche annunciato l’invio di 25mila membri delle forze armate alle frontiere del paese.