Il 15 settembre il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha garantito a Israele, nel corso di una visita a Gerusalemme, il “sostegno incondizionato” degli Stati Uniti alla sua offensiva militare nella Striscia di Gaza.

“Gli abitanti di Gaza meritano un futuro migliore, ma potranno averlo solo dopo l’eliminazione di Hamas”, ha dichiarato Rubio alla stampa dopo aver incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“Israele può contare sul nostro sostegno incondizionato affinché ciò si realizzi”, ha aggiunto.

Netanyahu ha definito la visita di Rubio una “dimostrazione inequivocabile” del sostegno statunitense a Israele, che arriva pochi giorni dopo un raid israeliano contro la leadership di Hamas in Qatar, che era stato criticato a Washington.

Il presidente Donald Trump è “il più grande amico” che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca, ha ribadito il premier israeliano.

L’obiettivo principale della visita di Rubio era manifestare il sostegno degli Stati Uniti a Israele a pochi giorni da un vertice alle Nazioni Unite, presieduto da Francia e Arabia Saudita, sul riconoscimento internazionale di uno stato palestinese.

Il 15 settembre Rubio ha dichiarato che “la decisione di vari paesi di riconoscere uno stato palestinese ha rafforzato Hamas”.

In precedenza il segretario di stato aveva riferito che durante la sua visita si sarebbe discusso dell’offensiva militare israeliana in corso nella città di Gaza e di un piano del governo israeliano per annettere nuovi territori in Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967.

La settimana scorsa l’idillio tra Stati Uniti e Israele era stato minato dal raid israeliano che il 9 settembre aveva colpito a Doha, in Qatar, la leadership di Hamas riunita per esaminare una nuova proposta statunitense di tregua a Gaza. Sei persone erano state uccise, tra cui cinque membri di Hamas non di primo piano.

Il 14 settembre Trump aveva ribadito il suo sostegno al Qatar, che ospita la più grande base aerea statunitense in Medio Oriente.

“Il Qatar è un alleato importante per noi e Israele avrebbe dovuto mostrare più cautela”, ha dichiarato.

Intanto, il 15 settembre i principali leader arabi e musulmani si sono riuniti a Doha per un vertice straordinario sul raid israeliano in Qatar.

L’obiettivo del vertice, organizzato congiuntamente dalla Lega araba e dall’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci), è alzare i toni nei confronti d’Israele.

“La comunità internazionale deve smetterla di usare due pesi e due misure, e cominciare a punire Israele per tutti i crimini che ha commesso”, ha dichiarato alla vigilia del vertice il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani.

Tra i leader presenti a Doha ci sono i presidenti palestinese, turco, iraniano ed egiziano, nonché i primi ministri iracheno e pachistano, e il re di Giordania. È stata anche confermata la presenza del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.