Cercando di eliminare la leadership politica di Hamas in esilio a Doha, in Qatar, mentre questa esaminava una proposta statunitense per il cessate il fuoco, Israele ha confermato che la fine delle ostilità a Gaza e la liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia non sono la sua priorità. L’omicidio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, avvenuto il 31 luglio 2024 a Teheran, aveva già dimostrato che nessun dirigente islamista è al sicuro di fronte alla schiacciante superiorità delle forze armate e dei servizi segreti israeliani. Ma l’attacco in Qatar significa la fine della diplomazia, e per molto tempo.
Dal massacro del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas, i negoziati si sono dimostrati più utili per liberare gli ostaggi di una guerra devastante che entrerà presto nel suo terzo anno. Trincerato nel suo oltranzismo, che gli è costato un crescente isolamento internazionale, il governo israeliano sembra incapace di accettare il minimo compromesso, quale che sia il prezzo per i suoi cittadini prigionieri a Gaza.
Usando l’ultima proposta statunitense come un’esca per i negoziatori di Hamas, Benjamin Netanyahu ha nuovamente manipolato l’amministrazione di Donald Trump senza che questa gliene chieda conto. La reazione della Casa Bianca, secondo cui il bombardamento di un paese teoricamente sovrano “non promuove gli obiettivi d’Israele né dell’America”, non è certo una condanna senza appello. L’offensiva aerea contro l’Iran a giugno, quando erano in programma dei negoziati tra Washington e Teheran sul programma nucleare iraniano, aveva già dimostrato che in Medio Oriente Netanyahu decide e Trump lo segue.
Il beneplacito statunitense è ancora più inquietante visto che l’uso illimitato della forza in violazione del diritto internazionale è diventato l’unica lingua parlata da Israele, che oltre allo Yemen bombarda quasi quotidianamente il Libano, nonostante il cessate il fuoco accettato da Tel Aviv, e la Siria, alle prese con una delicata transizione. Ma gli Stati Uniti non sono gli unici a chiudere un occhio. Tra i paesi che hanno condannato il comportamento da stato canaglia di Israele, chi oserà agire di conseguenza al livello politico e diplomatico? Tutti sanno cosa significa per la Striscia di Gaza. La sua distruzione è destinata a superare altri limiti se l’offensiva contro la città di Gaza, annunciata da settimane da Netanyahu, sarà portata a termine. Senza fornire la minima risposta alle cruciali domande su cosa succederà alla fine del conflitto. ◆ gac
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Questo articolo è uscito sul numero 1631 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati