L’8 settembre i servizi di soccorso israeliani hanno annunciato che sei persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite in un attacco armato a una stazione di autobus a Gerusalemme Est.

“Possiamo confermare la morte di quattro uomini”, ha riferito il Magen David Adom, l’equivalente israeliano della Croce rossa.

Poco dopo è arrivata la notizia della morte di una donna e di un uomo ricoverati in ospedali della città.

Otto persone sono rimaste ferite, cinque delle quali in modo grave.

“È stato orribile”, ha dichiarato Fadi Dekaidek, un infermiere. “Le vittime giacevano sulla strada e sul marciapiede vicino a una fermata dell’autobus”.

L’attacco è avvenuto all’ingresso del quartiere Ramot, in un settore di Gerusalemme Est occupato e annesso da Israele. Secondo la polizia israeliana, gli assalitori hanno aperto il fuoco contro la folla a una stazione di autobus.

“Un agente e un civile presenti sul posto hanno reagito immediatamente, aprendo a loro volta il fuoco e neutralizzando gli aggressori”, si legge in un comunicato della polizia.

Secondo un portavoce della polizia, l’attacco è stato condotto da due persone, di cui è stato confermato il decesso.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che è in corso una riunione “con i responsabili dei servizi di sicurezza”.

In un comunicato Hamas ha affermato che gli assalitori erano palestinesi.

“L’attacco è una risposta naturale ai crimini dell’occupazione e al genocidio in corso contro il popolo palestinese”, ha dichiarato Hamas senza però rivendicare l’attentato.

L’esercito israeliano ha affermato che le sue forze stanno cercando “altre persone sospette” nella zona dell’attacco e circondando dei villaggi palestinesi nella regione di Ramallah, nella Cisgiordania occupata.