Il 5 settembre il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato di colpire un’eventuale forza occidentale schierata in Ucraina dopo la fine della guerra, all’indomani di un vertice a Parigi sulle garanzie di sicurezza per Kiev.

Nel summit francese ventisei paesi, in grande maggioranza europei, si sono impegnati a Parigi a fornire all’Ucraina un sostegno militare in terra, mare e aria, un annuncio accolto con favore dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.

“Queste garanzie di sicurezza potranno essere attuate il giorno stesso della fine del conflitto”, ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron.

“Non si tratta di fare la guerra alla Russia, ma di dissuaderla dall’attaccare nuovamente l’Ucraina in futuro”, ha aggiunto Macron, senza fornire ulteriori dettagli.

Mosca ha però reagito chiudendo la porta a qualunque presenza di truppe occidentali in Ucraina.

“Possono eserciti stranieri, in particolare europei e statunitensi, garantire la sicurezza dell’Ucraina? Assolutamente no, non possono”, ha dichiarato il 5 settembre il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

Peskov ha anche accusato gli europei di “ostacolare” la fine della guerra, scoppiata nel febbraio 2022 in seguito all’invasione russa.

Con parole ancora più esplicite, Putin, che si trova a Vladivostok per il Forum economico orientale, ha affermato il 5 settembre che un’eventuale forza occidentale in Ucraina sarebbe un “obiettivo legittimo” dell’esercito russo.

“Oltretutto, se dovessero concretizzarsi le condizioni per una pace duratura, non vedo proprio i motivi di una presenza occidentale”, ha aggiunto il presidente russo.

Nel vertice di Parigi, a cui era presente l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, e in un successivo collegamento in videoconferenza con Donald Trump, si è discusso anche del sostegno degli Stati Uniti a una forza di pace occidentale. Non sono però stati fatti annunci in merito.