La protezione civile di Gaza e il patriarcato latino di Gerusalemme hanno annunciato il 17 luglio la morte di due persone in un attacco israeliano contro l’unica chiesa cattolica nel territorio palestinese, rifugio di questa piccola comunità dall’inizio della guerra.
Israele, in guerra con il movimento islamista palestinese Hamas dal 7 ottobre 2023, ha affermato di “non prendere mai di mira” siti religiosi nei suoi attacchi sulla Striscia di Gaza e ha aggiunto che le circostanze in cui la chiesa è stata danneggiata sono “in fase di revisione”.
La chiesa della Sacra Famiglia, situata nella città di Gaza, nel nord del territorio, “è stata colpita da un raid questa mattina”, ha dichiarato il patriarcato latino di Gerusalemme, prima di confermare il bilancio delle vittime annunciato dalla protezione civile. Dall’inizio della guerra, questa chiesa aveva mantenuto contatti con papa Francesco, morto ad aprile. Il pontefice comunicava regolarmente tramite videoconferenza con il suo parroco, padre Gabriel Romanelli, e aveva lanciato ripetuti appelli per la fine del conflitto.
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Secondo il patriarcato e la protezione civile, il sacerdote è rimasto ferito mentre la chiesa ha subìto danni. La prima ministra italiana Giorgia Meloni ha definito “inaccettabile” questo attacco “contro la popolazione civile”, avvenuto durante una nuova giornata di bombardamenti che, secondo la protezione civile, ha causato anche altri diciotto morti nella Striscia di Gaza.
“Nessuna azione militare può giustificare un simile atteggiamento”, ha dichiarato Meloni. L’esercito israeliano, che ha affermato di “non prendere mai di mira” i siti religiosi, ha dichiarato di stare compiendo “ogni sforzo per mitigare i danni causati ai civili e alle strutture civili, compresi i siti religiosi, e si rammarica per qualsiasi danno arrecato loro”.
Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha denunciato “un atto grave contro un luogo di culto cristiano” e ha espresso le sue condoglianze a padre Romanelli.
Il sacerdote, parroco di lunga data della parrocchia della Sacra Famiglia, è rimasto a Gaza insieme a circa quattrocento fedeli dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas.
La Striscia di Gaza ospita circa mille cristiani, su una popolazione di oltre due milioni. La maggior parte è ortodossa, ma secondo il patriarcato, circa 135 cattolici vivono nel territorio palestinese, devastato da ventuno mesi di guerra.
Dall’inizio del conflitto, la piccola comunità si è rifugiata all’interno della chiesa, che ha accolto anche fedeli ortodossi.
“Ci si potrebbe chiedere se Israele nutra rancore nei confronti delle comunità cristiane. Ci aspettiamo delle scuse dal governo israeliano”, ha dichiarato all’Afp il vescovo Pascal Gollnisch, direttore generale dell’Oeuvre d’Orient, un’associazione francese che lavora con i cristiani orientali.
Almeno 58.573 persone, per lo più civili, sono state uccise nell’operazione militare israeliana, secondo i dati del ministero della salute del governo di Hamas, ritenuti affidabili dalle Nazioni Unite.