Il Brasile e il rame sono i nuovi obiettivi dell’offensiva commerciale di Donald Trump: il primo per sostenere l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, sotto processo per un tentativo di colpo di stato, e il secondo per proteggere la “sicurezza nazionale”.
“Dazi aggiuntivi del 50 per cento sulle importazioni di rame entreranno in vigore il 1 agosto per motivi di sicurezza nazionale”, ha affermato il 9 luglio il presidente statunitense sul suo social network Truth Social.
“Il rame è il secondo materiale più usato dal dipartimento della difesa!”, ha tuonato, evocandone l’importanza nella costruzione di semiconduttori, aerei, navi, munizioni, centri dati e sistemi di difesa antimissile.
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In nome del riequilibrio delle relazioni commerciali degli Stati Uniti con il resto del mondo, Trump aveva imposto ad aprile dazi minimi generalizzati del 10 per cento sulle importazioni, con esenzioni per alcuni prodotti, tra cui oro, rame, petrolio e farmaci.
L’8 luglio aveva però annunciato una rivalutazione delle esenzioni, ipotizzando dazi del 200 per cento sui prodotti farmaceutici e del 50 per cento sul rame, una minaccia che aveva fatto salire il prezzo del metallo di quasi il 10 per cento a New York, superando il suo massimo storico.
Se i dazi sul rame entreranno in vigore, i prezzi dei beni fabbricati con questo metallo (frigoriferi, automobili, ecc.) potrebbero aumentare.
Il 9 luglio Trump ha anche annunciato dazi del 50 per cento sulle importazioni dal Brasile, nonostante il surplus commerciale degli Stati Uniti con il paese sudamericano.
In una lettera indirizzata al suo collega Luiz Inácio Lula da Silva, Trump ha affermato che i dazi saranno imposti in risposta al procedimento giudiziario in corso contro Bolsonaro, accusato di tentativo di colpo di stato.
“Il modo in cui il Brasile sta trattando l’ex presidente Bolsonaro è una vergogna internazionale”, ha dichiarato Trump nella lettera, denunciando una “una caccia alle streghe”, che “deve finire immediatamente”.
“Qualunque aumento unilaterale dei dazi innescherà una risposta in base alla legge brasiliana sulla reciprocità economica”, ha reagito Lula in un comunicato.
Dal 7 luglio circa venti paesi hanno ricevuto lettere firmate da Trump che annunciano dazi aggiuntivi a partire dal 1 agosto.
L’8 luglio il presidente statunitense aveva fatto sapere che in settimana avrebbe inviato una lettera anche all’Unione europea.