Il 1 luglio gli Stati Uniti hanno annunciato di aver sospeso le forniture di alcune armi a Kiev, esprimendo preoccupazione per la riduzione delle proprie scorte, in un momento in cui la Russia sta intensificando la sua offensiva militare in Ucraina.

“La decisione è stata presa mettendo al primo posto gli interessi degli Stati Uniti”, ha dichiarato in un comunicato Anna Kelly, viceportavoce della Casa Bianca.

Kelly non ha fornito ulteriori dettagli, ma secondo Politico e altri mezzi d’informazione statunitensi, la sospensione delle forniture a Kiev riguarda in particolare i sistemi di difesa aerea Patriot, l’artiglieria di precisione e i missili Hellfire.

Secondo questi mezzi d’informazione, la decisione è il risultato delle preoccupazioni espresse dal Pentagono sulla riduzione delle scorte di armi e munizioni a disposizione delle forze armate statunitensi.

Arriva in un momento in cui, dopo due sessioni di colloqui infruttuosi a Istanbul tra le delegazioni di Kiev e Mosca, la Russia sta intensificando la sua offensiva in Ucraina, sia aerea sia sul terreno.

“Per l’Ucraina sarà molto difficile contrastare l’esercito russo senza queste armi”, ha dichiarato all’Afp una fonte militare ucraina.

“Attualmente dipendiamo fortemente dalle forniture statunitensi, anche se l’Europa sta facendo tutto il possibile”, ha aggiunto.

Dmytro Lytvyn, un consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, ha dichiarato che Kiev sta cercando di “chiarire” la situazione con Washington.

Il 2 luglio il Cremlino ha invece affermato che una riduzione delle forniture di armi a Kiev avvicinerebbe la fine della guerra.

“Meno armi si consegnano all’Ucraina, più si avvicina la fine dell’operazione militare speciale russa”, ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

Finora, nonostante i rapporti conflittuali con Kiev, l’amministrazione Trump ha confermato, almeno in parte, gli aiuti militari avviati sotto la presidenza di Joe Biden. Durante il mandato del presidente democratico, gli Stati Uniti avevano fornito a Kiev aiuti militari per un valore di più di 60 miliardi di dollari.

“Se questa riduzione degli aiuti americani non provocherà il crollo delle linee ucraine, danneggerà gravemente la difesa dell’Ucraina, in particolare le sue capacità in materia di missili antibalistici e attacchi di precisione”, ha commentato John Hardie, esperto di Russia presso la Foundation for defense of democracies (Fdd), un istituto indipendente con sede a Washington.

Michael McFaul, un ex ambasciatore statunitense in Russia, ha criticato duramente la decisione sul social network X: “L’amministrazione Trump vuole davvero bloccare la consegna dei Patriot? Sarebbe disgustoso e imbarazzante per il cosiddetto leader del mondo libero”.