La polizia panamense ha affermato il 23 giugno di aver “ripreso il controllo” della provincia caraibica di Bocas del Toro, nell’ovest del paese, dopo quasi due mesi di proteste antigovernative e disordini.

“Le forze di sicurezza hanno ormai il pieno controllo della situazione”, ha dichiarato durante una conferenza stampa il capo della polizia Jaime Fernández.

“Scontri e saccheggi sono cessati, anche se persiste una minaccia latente”, ha aggiunto.

Il ministero della sicurezza ha diffuso foto e video che mostrano la polizia schierata nelle strade di Changuinola. Anche i mezzi d’informazione locali hanno confermato la fine dei disordini.

Il 21 giugno le autorità avevano sospeso parzialmente internet e la telefonia mobile nella provincia di Bocas del Toro, dopo che il giorno prima il presidente José Raúl Mulino (destra) aveva proclamato lo stato d’emergenza.

I manifestanti si oppongono a una riforma delle pensioni, alla firma di un accordo che autorizza la presenza di truppe statunitensi nel paese e alla riapertura di un’enorme miniera di rame a cielo aperto.

Le proteste, che si sono intensificate negli ultimi giorni, hanno causato un morto e decine di feriti, tra cui quattordici poliziotti, mentre più di trecento persone sono state arrestate.

I manifestanti hanno anche bloccato strade e danneggiato un aeroporto.

La provincia di Bocas del Toro è nota anche per la produzione di banane. Le proteste erano cominciate alla fine di aprile con uno sciopero dei lavoratori dell’azienda statunitense Chiquita nel capoluogo Bocas del Toro contro la riforma delle pensioni. L’azienda aveva reagito licenziando migliaia di lavoratori.