Il 20 giugno la camera dei comuni britannica ha approvato in seconda lettura un progetto di legge che legalizza il suicidio assistito per alcuni malati terminali.
Il testo, che dovrà ora essere esaminato dalla camera dei lord, è stato approvato con 314 voti a favore e 291 contrari.
I sostenitori della legge, riuniti fin dal mattino davanti al parlamento con cartelli con la scritta “My death, my decision” (Mia la morte, mia la decisione), hanno gioito dopo l’annuncio dei risultati.
“Questa votazione invia un messaggio chiaro: finalmente le cose stanno cambiando”, ha affermato Sarah Wootton, direttrice dell’associazione Dignity in dying.
Il direttore del gruppo Care not killing, Gordon Macdonald, ha invece criticato un progetto di legge “imperfetto e pericoloso”.
Il testo approvato dai deputati prevede che possano ricorrere al suicidio assistito solo i malati terminali adulti con un’aspettativa di vita inferiore a sei mesi e in grado di assumere autonomamente la sostanza che provoca la morte.
“Questo tema sta molto a cuore ai nostri elettori”, aveva dichiarato in mattinata, aprendo il dibattito in aula, la deputata laburista Kim Leadbeater, promotrice del progetto di legge.
Secondo un sondaggio pubblicato il 19 giugno dall’istituto YouGov, il 73 per cento dei britannici è favorevole al suicidio assistito.
Collegio di esperti
Per accedere al suicidio assistito i malati terminali dovranno ottenere il parere favorevole di due medici, ma l’ultima parola spetterà a un collegio di esperti.
I partiti politici non avevano dato indicazioni di voto ai propri deputati. Il primo ministro laburista Keir Starmer ha votato a favore.
In caso di approvazione definitiva in parlamento, bisognerà aspettare quattro anni prima che il suicidio assistito entri in vigore in Inghilterra e Galles.
Secondo una stima del governo, nel primo anno potrebbero esserci tra 160 e 640 suicidi assistiti, con un aumento progressivo fino a circa 4.500 nel decimo anno.