Nella notte tra il 16 e il 17 giugno l’esercito russo ha condotto degli intensi bombardamenti sulla capitale ucraina Kiev, causando almeno quattordici morti, tra cui un cittadino statunitense.
“Sono stati colpiti edifici residenziali, istituti scolastici e infrastrutture cruciali”, ha affermato su Telegram il ministro dell’interno ucraino Ihor Klymenko.
“Ci sono almeno quattordici morti e sessanta feriti”, ha aggiunto.
“Un cittadino statunitense di 62 anni è rimasto ucciso nel quartiere di Solomianskyj”, ha dichiarato su Telegram il sindaco di Kiev Vitalij Klyčko.
Secondo Tymur Tkačenko, capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina, l’attacco è stato condotto usando almeno 175 droni, quattordici missili da crociera e due missili balistici.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha affermato sul social network X che si è trattato di “uno dei peggiori attacchi russi su Kiev”.
Nella notte è stata colpita anche la città portuale di Odessa. “Purtroppo sotto le macerie abbiamo trovato il corpo di una donna di 60 anni”, ha dichiarato Oleh Kiper, governatore della regione di Odessa, aggiungendo che ci sono anche diciassette feriti.
Colloqui sospesi
Andrij Jermak, capo di gabinetto dell’ufficio di presidenza dell’Ucraina, ha condannato i nuovi attacchi russi contro i civili, deplorando anche “la mancanza di una reazione adeguata da parte del mondo civilizzato”.
“Uno stato dotato di armi nucleari sta continuando impunemente a uccidere i civili e a rifiutare una tregua. Quante persone, quanti bambini, dovranno ancora morire?”, ha aggiunto.
Intanto, le autorità russe hanno annunciato delle restrizioni temporanee ai voli in quattro aeroporti di Mosca. Il ministero della difesa russo ha riferito che nel corso della notte 198 droni ucraini sono stati “intercettati e distrutti”.
I colloqui in Turchia tra Kiev e Mosca sono attualmente sospesi in quanto le rispettive posizioni appaiono inconciliabili.