Il 12 giugno il bilancio delle alluvioni che hanno colpito la provincia del Capo Orientale, nel sudest del Sudafrica, è salito a 57 morti, mentre i soccorritori sono ancora impegnati a cercare sopravvissuti.
Centinaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case e le forniture idriche ed elettriche sono state interrotte.
“Man mano che l’acqua si ritira troviamo altri corpi”, ha spiegato Caroline Gallant, direttrice della Croce rossa nella provincia del Capo Orientale, sottolineando che si tratta della “peggiore catastrofe naturale” nella storia della provincia.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha definito le alluvioni “senza precedenti” e annunciato che il 13 giugno si recherà sul posto.
Il bilancio precedente, fornito l’11 giugno, era di 49 morti.
Tra le vittime ci sono almeno quattro bambini che erano a bordo di un minibus scolastico travolto dalle acque in piena, secondo il capo del governo provinciale Lubabalo Oscar Mabuyane.
Altri quattro bambini che viaggiavano sul minibus risultano dispersi, mentre tre sono sopravvissuti.
La provincia del Capo Orientale, luogo di nascita dell’ex presidente Nelson Mandela, è una delle più povere del paese. Secondo l’ong Southern african regional poverty network (Sarpn), il 72 per cento degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà.
Le piogge torrenziali sono molto comuni in Sudafrica durante l’inverno australe, ma il paese è anche molto vulnerabile alla crisi climatica, che ha aumentato la frequenza e l’intensità degli eventi estremi, tra cui episodi di siccità, alluvioni e incendi, secondo il Fondo verde per il clima, istituito dalle Nazioni Unite.
“Dobbiamo prendere decisioni difficili e trasferire una volta per tutte gli abitanti che vivono in zone a rischio”, ha affermato Velenkosini Hlabisa, ministro della governance cooperativa e degli affari tradizionali. “Il cambiamento climatico è ormai una realtà”.