Il partito del presidente venezuelano Nicolás Maduro ha vinto le elezioni legislative e regionali del 25 maggio, caratterizzate dall’arresto di settanta persone e dal boicottaggio di gran parte dell’opposizione, dieci mesi dopo elezioni presidenziali molto contestate.

Secondo il Consiglio nazionale elettorale (Cne), il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) ha ottenuto 23 dei 24 posti di governatore, lasciando all’opposizione solo lo stato di Cojedes.

La coalizione guidata da Maduro ha ottenuto l’82,68 per cento dei voti nelle elezioni legislative, in attesa dello spoglio nelle singole circoscrizioni, ha affermato il Cne.

Il tasso di partecipazione è stato del 42 per cento, ma secondo l’opposizione il dato è stato gonfiato.

I giornalisti dell’Afp presenti a Caracas e altrove hanno riferito di un’affluenza alle urne molto bassa, mentre un sondaggio preelettorale di Delphos aveva stimato una partecipazione intorno al 16 per cento.

Tra le settanta persone arrestate prima delle elezioni c’è Juan Pablo Guanipa, uno stretto collaboratore della leader dell’opposizione María Corina Machado, accusato di “far parte di una rete terroristica che voleva sabotare le elezioni”.

Per lo scrutinio il governo ha schierato più di 400mila membri delle forze di sicurezza. Le violenze seguite alle elezioni presidenziali del luglio scorso avevano causato ventotto morti e 2.400 arresti.

“È la vittoria della pace e della stabilità”, ha commentato Maduro davanti ai suoi sostenitori, aggiungendo che “la rivoluzione bolivariana è più forte che mai”.

Machado ha invece denunciato una “farsa elettorale”.

Per la prima volta si è votato anche per eleggere il governatore e otto deputati dell’Esequibo, una regione ricca di petrolio rivendicata dal Venezuela, ma su cui la Guyana esercita la sovranità. È stato eletto “governatore” il candidato del Psuv, l’ammiraglio Neil Villamizar.

Il voto si è svolto in una microcircoscrizione di 21mila elettori al confine con la Guyana. Non c’erano invece seggi nell’Esequibo, che è amministrato dalla Guyana.

Il presidente della Guyana Irfaan Ali ha denunciato “una flagrante violazione della sovranità della Guyana”.

“Prima o poi Ali dovrà sedersi intorno a un tavolo con me e avviare un negoziato, accettando la sovranità venezuelana”, ha dichiarato Maduro, promettendo di “recuperare” l’Esequibo.