Il 22 maggio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha nominato un nuovo capo del servizio di sicurezza interno Shin Bet, sfidando apertamente la giustizia e una parte consistente della società israeliana.

Accusato di deriva autoritaria e conflitto d’interessi, Netanyahu ha deciso d’ignorare un divieto che gli era stato imposto il giorno prima dalla procuratrice generale dello stato Gali Baharav-Miara, annunciando la nomina del generale di divisione David Zini in sostituzione di Ronen Bar.

L’ong Movimento per un governo di qualità ha reagito annunciando un ricorso urgente alla corte suprema.

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L’ex premier centrista Yair Lapid ha invitato Zini a “non accettare la nomina fino a quando la corte suprema non si sarà pronunciata sulla legalità della decisione”.

Anche Baharav-Miara, che oltre a essere procuratrice generale dello stato è consulente giuridica del governo, ha contestato l’annuncio di Netanyahu: “Ci sono seri indizi che Netanyahu abbia agito in conflitto d’interessi riguardo al licenziamento di Bar e che il procedimento di nomina sia quindi viziato”.

Lo Shin bet, sotto la guida di Bar, aveva infatti aperto un’inchiesta su alcuni funzionari legati a Netanyahu, sospettati di aver ricevuto tangenti dal Qatar.

Il 21 maggio la corte suprema si era espressa contro il licenziamento di Bar, definendolo “illegittimo”.

Il licenziamento del capo dello Shin bet e l’avvio di una procedura di destituzione nei confronti di Baharav-Miara avevano causato un’ondata di proteste in Israele.

L’ufficio del primo ministro ha affermato il 22 maggio che “il generale Zini ha ricoperto vari incarichi operativi e di comando nell’esercito israeliano, oltre ad aver combattuto nell’unità d’élite Sayeret Matkal”.

Figlio di ebrei francesi e nipote di un sopravvissuto del campo di concentramento nazista di Auschwitz, Zini è attualmente responsabile dell’addestramento dell’esercito israeliano e del corpo di stato maggiore generale.

Il governo gli attribuisce il merito di aver scritto un rapporto nel marzo 2023, sette mesi prima dell’attacco di Hamas, in cui delineava le carenze dell’esercito israeliano in caso di “incursione a sorpresa” dalla Striscia di Gaza.