Il 28 aprile l’azienda statunitense Amazon, guidata da Jeff Bezos, ha lanciato in orbita i primi satelliti della costellazione Kuiper, che punta a offrire una connessione internet ad altissima velocità facendo concorrenza a Starlink, la rete di Elon Musk.

Con alcuni anni di ritardo rispetto a Starlink, il colosso delle vendite online ha inviato in orbita i primi ventisette satelliti di una rete che dovrebbe arrivare a contarne più di 3.200.

Il decollo del missile Atlas V del gruppo United Launch Alliance (Ula), che riunisce la Boeing e la Lockheed Martin, con a bordo i satelliti, è avvenuto alle 19.01 ora locale da Cap Canaveral, in Florida.

Amazon, che ha investito nel progetto più di dieci miliardi di dollari, punta a offrire una connessione internet ad altissima velocità da qualsiasi punto del globo, anche il più remoto.

Il servizio dovrebbe partire già quest’anno, a prezzi che non sono ancora stati svelati ma che Amazon definisce “accessibili”.

Al momento è Starlink a dominare il mercato di internet via satellite, e con un buon vantaggio, come anche nel settore dei missili, dove la SpaceX di Musk è in competizione con la Blue Origin di Bezos.

Nella notte tra il 27 e il 28 aprile Starlink ha effettuato con successo il suo 250esimo lancio e dispone ormai di più di 6.750 satelliti.

La rete ha fornito connessioni internet anche dopo calamità naturali e in zone di guerra, per esempio nel settembre 2023 dopo il terremoto in Marocco, nel gennaio di quest’anno durante gli incendi a Los Angeles e al fronte in Ucraina.

A differenza dei servizi satellitari tradizionali, che si basano su un numero minore di satelliti ma più grandi e situati a più di 35mila chilometri dalla Terra, le reti di Starlink e Kuiper funzionano su un’orbita bassa, consentendo uno scambio di dati molto più veloce.

La presenza di un numero così elevato di satelliti pone però questioni di sicurezza, con il rischio di collisioni, e potrebbe disturbare le osservazioni astronomiche.