L’esercito statunitense ha annunciato di aver distrutto un porto petrolifero strategico controllato dai ribelli huthi nello Yemen. Secondo gli huthi, l’attacco ha causato 74 morti e più di centocinquanta feriti.

“Settantaquattro operai e impiegati sono morti e 171 sono rimasti feriti nell’aggressione statunitense contro il sito petrolifero di Ras Issa”, ha affermato il 18 aprile l’emittente tv degli huthi Al Masira, citando le autorità sanitarie della città di Hodeida, nell’ovest del paese.

Il 17 aprile l’esercito statunitense aveva riferito di aver condotto un attacco aereo e di aver distrutto il porto.

“Le squadre di soccorso stanno facendo il possibile per estrarre le vittime e spegnere l’incendio”, ha dichiarato Anees Alasbahi, portavoce del ministero della salute degli huthi.

Il 18 aprile sono previste delle manifestazioni nello Yemen per protestare contro gli attacchi statunitensi ed esprimere solidarietà ai palestinesi della Striscia di Gaza.

Gli huthi, un gruppo ribelle sostenuto dall’Iran, controllano vaste regioni dello Yemen, un paese povero della penisola arabica in preda dal 2014 a una guerra civile che ha causato centinaia di migliaia di morti e una catastrofe umanitaria.

Lo United States central command (Centcom) ha affermato che “l’attacco è stato condotto per colpire le risorse economiche degli huthi”.

“Le entrate provenienti dalla vendita illegale degli idrocarburi sono usate per finanziare le azioni degli huthi invece di essere messe a disposizione della popolazione yemenita”, ha aggiunto.

Il 17 aprile Washington ha imposto delle sanzioni contro una banca yemenita e alcuni dei suoi dirigenti, accusati di sostenere gli huthi.

Il gruppo ribelle è entrato nel mirino degli Stati Uniti dopo aver lanciato una serie di attacchi contro le navi in transito nel mar Rosso, sostenendo di agire in solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza.

L’esercito statunitense ha intensificato gli attacchi nello Yemen a partire da marzo, su ordine del presidente Donald Trump.

Il 16 aprile gli huthi avevano accusato l’esercito statunitense di aver condotto alcuni attacchi contro la capitale yemenita Sanaa, causando anche la morte di una persona.