Questo testo è tratto dall’introduzione di Giovanni De Mauro al libro Nuove armi nuove guerre. Dalla bomba atomica all’intelligenza artificiale, come stanno cambiando i conflitti oggi (Bur-Rizzoli 2025).
Compra il libro sul sito di Internazionale, su Amazon, su Ibs o in libreria.
Il 6 agosto 1945 il mondo scoprì la sua capacità di autodistruggersi. Il bombardamento atomico di Hiroshima, seguito tre giorni dopo da quello di Nagasaki, non fu solo la fine della Seconda guerra mondiale, ma anche l’inizio di una nuova era: quella in cui gli esseri umani dispongono degli strumenti per cancellare la propria esistenza. Da allora il mondo ha vissuto sotto la minaccia costante delle armi nucleari, in un equilibrio precario basato sulla deterrenza reciproca.
Oggi, a ottant’anni da quell’anniversario, il rischio nucleare non è scomparso. Negli arsenali nucleari mondiali ci sono circa tredicimila testate. Russia e Stati Uniti ne hanno la stragrande maggioranza: rispettivamente 5.580 e 5.044 testate. Seguono a grande distanza la Cina con 500 testate, la Francia con 290, il Regno Unito con 225, e poi Pakistan, India,Israele e Corea del Nord con arsenali più limitati. Ma le armi nucleari sono solo una parte del problema.
Come raccontano i dieci articoli raccolti in questo volume, le nuove tecnologie stanno trasformando profondamente il modo di fare la guerra. I droni guidati dall’intelligenza artificiale stanno ridefinendo i campi di battaglia, scrive Michael C. Horowitz nel primo articolo. La corsa al riarmo nucleare procede a ritmo sostenuto, spiega Ramin Skibba analizzando il programma di modernizzazione degli arsenali statunitensi. Benjamin Roger e Thomas Eydoux sono andati nel Sahel, dove droni turchi e aerei russi sono impiegati dalle giunte militari al potere. Il «Financial Times» si interroga sulla capacità dell’Europa di difendersi senza gli Stati Uniti e Ross Andersen esplora gli scenari dell’intelligenza artificiale applicata alle armi nucleari. La Silicon Valley, un tempo allergica al settore militare, ora compete per i contratti del Pentagono, racconta Tabby Kinder.
Oliver Wainwright ci guida in un tour surreale della più grande fiera di armi dell’Europa. Gli articoli di Lesley Stahl e David Hambling documentano l’uso crescente di armi “improvvisate”, dai cercapersone esplosivi ai robot costruiti con volopattini. Chiude il volume Michael Holtz con un reportage sul lungo e pericoloso lavoro di bonifica dalle mine in Ucraina. Ne emerge il quadro di un mondo più militarizzato che mai. Secondo il Sipri, l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, nel 2023 la spesa militare globale ha raggiunto i 2.443 miliardi di dollari (il 4,2 per cento in più dell’anno precedente), sottraendo enormi risorse a settori essenziali come l’istruzione, la sanità, la lotta alla povertà e al cambiamento climatico.
Le nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale ai droni, rischiano di rendere le guerre ancora più letali e al tempo stesso più accettabili, perché combattute a distanza e con minor rischio per i soldati. Ma il costo in vite umane, soprattutto tra i civili, resta altissimo. E la minaccia nucleare, lungi dall’essere superata, si fa più complessa con l’emergere di nuovi protagonisti e nuove tecnologie. Mai come oggi è necessario ripensare il ruolo delle armi e della guerra nelle nostre società.
Questo testo è tratto dall’introduzione di Giovanni De Mauro al libro Nuove armi nuove guerre. Dalla bomba atomica all’intelligenza artificiale, come stanno cambiando i conflitti oggi (Bur-Rizzoli 2025).
Compra il libro sul sito di Internazionale, su Amazon, su Ibs o in libreria.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it