“Per fortuna noi non abbiamo mai avuto problemi di violenza come all’Ejido (dove nel 2000 ci furono delle brutali aggressioni alle persone di origine straniera), ma ci sono una certa chiusura e dei problemi di integrazione per il cambiamento demografico avvenuto negli ultimi vent’anni”. Era il 2019 e l’allora candidato socialista alle elezioni municipali di Torre Pacheco parlava così con elDiario.es. Sei anni e più di una decina di arresti dopo, esperti e residenti sono d’accordo sul fatto che nulla lasciava immaginare la trasformazione di questo comune di quarantamila abitanti, il 30 per cento dei quali di origine straniera, in un terreno di “caccia” ai migranti.

Lo stretto legame tra il partito di estrema destra spagnolo Vox e Torre Pacheco risale proprio a sei anni fa. Alle elezioni legislative del 2019 Vox ha raccolto il 31 per cento dei voti (il 38 in questo comune della Murcia): “L’elemento determinante è stata la presenza di agricoltura intensiva e immigrazione marocchina. Il voto a Vox era molto legato alle zone agricole dove c’era manodopera migrante. Nelle aree con un’immigrazione diversa, per esempio quella latinoamericana, i voti a Vox non sono aumentati”, spiega Ismael Crespo, politologo e condirettore del Centro de estudios murciano de opinión pública (Cemop).

Crespo ricorda che per gli stessi motivi Vox ha avuto successo in altre aree vicine del sud della Spagna: “Nell’estate del 2018 c’era stata la peggiore ondata di arrivi di migranti dal mare della storia del paese. Su questo Vox aveva basato la sua campagna elettorale in Andalusia e a questo si deve il risultato del 2019”.

Da sapere
A caccia di stranieri

L’11 luglio 2025 a Torre Pacheco, un comune di una regione agricola nel sudest della Spagna, sono arrivati centinaia di militanti di estrema destra che hanno dato il via a quattro giorni di azioni violente contro gli immigrati maghrebini. Il pretesto delle spedizioni punitive è stata l’aggressione a un pensionato avvenuta pochi giorni prima e attribuita a dei giovani di origine straniera, tre dei quali sono stati arrestati. Dopo le violenze organizzate dall’estrema destra anche attraverso i social media, la polizia ha arrestato inoltre decine di persone tra cui il leader locale della rete xenofoba Deport them now. ◆


“In quel momento l’agricoltura era sotto accusa per la crisi del mar Menor (una laguna di acqua salata dove l’inquinamento aveva causato delle morie di pesci). Gli agricoltori si sentivano criminalizzati, per questo Vox qui ha ottenuto molti voti”, ha aggiunto Antonio León, che è stato sindaco del comune fino al 2023 ed è portavoce del Partido independiente de Torre Pacheco.

Ora la situazione è simile, ma il voto al partito di estrema destra si è spostato: “Il 50 per cento dei suoi elettori si concentra nella capitale Murcia. I voti per Vox non arrivano più dalle campagne. A Torre Pacheco e negli altri comuni della regione agricola il Partito popolare raccoglie più preferenze”. Alle elezioni del 2023, i voti per Vox a Torre Pacheco sono diminuiti, fermandosi al 26 per cento, mentre il Partito popolare è arrivato al 44 per cento dei voti.

“I messaggi d’odio nella zona sono stati un terreno fertile non solo per Vox, hanno favorito anche il Partito popolare. I popolari fanno la stessa associazione tra migrazione, problemi di sicurezza e delinquenza”, sostiene Verónica Martínez Marín, portavoce del Partito socialista spagnolo a Torre Pacheco.

Basti pensare che il sindaco del comune, Pedro Ángel Roca, del Partito popolare, ha insistito sul fatto che nel comune c’è stato un aumento della criminalità legato all’immigrazione, anche se non ci sono dati per confermarlo: “Ufficialmente non c’è stato aumento, ma io conosco i dati ufficiosi, quelli che vedo tutti i giorni”, ha dichiarato Roca alla radio Cadena SER. Secondo le statistiche del ministero dell’interno sulla criminalità, a Torre Pacheco c’è stata una variazione dei reati comuni rispetto all’anno precedente del 3,6 per cento, una cifra in linea con quelle dei comuni vicini e del resto della regione.

“I dati sulla criminalità sono quelli di una città in crescita, dove la popolazione è aumentata di tre o quattro volte negli ultimi trentacinque anni. È un processo molto rapido che genera sempre situazioni conflittuali”, afferma Andrés Pedreño, professore di sociologia all’università di Murcia, che sottolinea come, in generale, la popolazione migrante nei comuni agricoli non sia stata carnefice, ma vittima. “Non dimentichiamo le notizie frequenti di organizzazioni criminali che sfruttano i migranti, di caporali che molestano le braccianti o di incidenti di furgoni che trasportano i lavoratori. Nella maggior parte dei casi le situazioni conflittuali a Torre Pacheco sono state subite dalla popolazione migrante”.

Pedreño osserva che prendersela con le persone migranti, specialmente in una zona come Torre Pacheco, è una mossa politica piuttosto vantaggiosa. La maggior parte di loro non ha diritto di voto, perciò le destre agiscono con la tranquillità di sapere che non saranno punite alle urne: “Perché il sindaco si permette questo uso selvaggio delle statistiche? Perché si accusa la popolazione di origine marocchina del comune? Stanno prendendo di mira un gruppo che non ha la possibilità di difendersi, che non ha il diritto di votare. La cosa sorprendente è che la popolazione immigrata sopporti da trent’anni di essere sfruttata senza praticamente nessun tipo di protesta o minaccia all’ordine pubblico”.

È difficile capire quello che è successo a Torre Pacheco se si dimentica che il conflitto non è solo in questo comune, che la caccia all’uomo poteva avvenire in qualsiasi altra località della Spagna con un’alta densità di popolazione migrante. Per diffondere il messaggio di odio verso gli stranieri, gli ultras e l’estrema destra avrebbero potuto scegliere un posto qualsiasi: “All’Ejido avevamo visto un intero paese dare la caccia ai migranti. A Torre Pacheco il comune osserva quello che è successo con paura e sorpresa. Qui hanno agito dei giovani venuti da fuori e che seguono le idee di Vox, basate sulla falsa equazione che lega migrazione e delinquenza”, spiega Pedreño.

“L’episodio che ha scatenato le violenze (l’aggressione a un abitante di Torre Pacheco di 68 anni) si sarebbe risolto in una denuncia alla guardia civil. La spedizione nel comune è stata organizzata attraverso i social media”, aggiunge Crespo. “L’estrema destra ha un sistema di reti sociali capillare, non come i partiti tradizionali, che le hanno segmentate e organizzate”, continua il politologo. “Il Partito popolare cittadino, quello regionale e quello nazionale hanno ciascuno la sua rete, non condividono informazioni e non hanno direttive verticali. L’estrema destra, invece, invia tutto a Madrid e lì si decide cosa è importante, comunicandolo poi al resto delle sedi”.

Questo è stato evidente il 1 luglio, quando Vox ha minacciato di rompere l’accordo sul bilancio se il governo regionale avesse comprato delle case per accogliere i minori migranti. L’avvertimento è arrivato dal presidente del partito Santiago Abascal.

“Gestiscono anche molte ‘fabbriche di troll’, con squadre specializzate che diffondono notizie e immagini false”, aggiunge Crespo. Dopo l’aggressione all’abitante di Torre Pacheco sono circolati vari video senza legami con la vicenda, oltre a informazioni non verificate sul numero degli aggressori e sulla loro provenienza. “A questo bisogna aggiungere che alcune persone sono facilmente manipolabili con questi codici: vedono quattro cose su TikTok, Twitter o Instagram, ci credono e le fanno circolare”.

Come risultato di questa lunga catena, in poche ore gruppi estremisti come Deport Them Now hanno organizzato le prime spedizioni punitive: “Convochiamo una caccia per i giorni 15, 16 e 17 luglio. Ronde di quartiere, indagini dirette per individuarli e giustizia diretta per mandarli ad Allah”, recitava un post. Il lunedì successivo, il loro canale Telegram in Spagna è stato chiuso per istigazione alla violenza.

Quanto ai motivi che possono spingere ultras di tutta la Spagna ad accorrere a “ripulire Murcia”, Crespo è chiaro: “Sono gli stessi motivi per cui uno può decidere di drogarsi, ubriacarsi o guidare a trecento all’ora. Non credo che abbia molto a che vedere con la politica. È la stessa esperienza che vivono gli ultras quando si danno appuntamento per picchiarsi, ha poco a che vedere con la difesa dei colori di una squadra”.

Trent’anni di convivenza

Fino a questa settimana, Torre Pacheco era un eccellente esempio di inclusione sociale: “Probabilmente siamo stati tra i primi comuni dove è arrivata la migrazione grazie all’acquedotto Tajo-Segura. Quando arrivò l’acqua nel 1979, ci fu molta richiesta di lavoro e cominciò ad arrivare gente da fuori. Prima venivano migranti interni dall’Andalusia, da Jaén, Granada, La Mancha; e alla fine degli anni ottanta cominciò ad arrivare gente dal Nordafrica, principalmente dal Marocco”, racconta l’ex sindaco León. “All’inizio venivano da soli, per lavorare, poi dagli anni novanta iniziarono a portare le famiglie. Pian piano si sono stabiliti e integrati. Ora qui vive un’alta percentuale di persone di origine straniera, ma molte sono nate in Spagna. Qui la convivenza è sempre stata naturale”.

Secondo Pedreño “è sorprendente che in una città cresciuta tanto in così poco tempo, sostenuta da un’economia (quella agricola) che genera salari bassissimi e si basa su situazioni di sfruttamento, sia andato tutto liscio fino a oggi”. Il sociologo individua tra le chiavi dell’integrazione il grande sviluppo dei servizi sociali locali negli anni novanta e nei primi duemila: politiche migratorie, sostegno abitativo, integrazione sociale, mediatori culturali in ambito sanitario e scolastico. “Ci sono stati programmi esemplari, che negli ultimi anni con il Partito popolare sono stati smantellati”, conclude.

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