H amas non è un’organizzazione effimera, ma un esercito organizzato e con le sue gerarchie. C’è una leadership civile e politica eletta, con succursali in Libano, Turchia, Qatar e Arabia Saudita. Il consiglio consultivo della shura detta i princìpi strategici, mentre un’amministrazione civile gestisce il sistema sanitario ed educativo, il commercio e le forniture di acqua ed elettricità. Il gruppo ha basato il suo monopolio sulla violenza militare, conosce i suoi limiti e gestisce le sue guerre di conseguenza.

Nell’ottobre del 2018 Israele, Hamas e l’Egitto hanno raggiunto un accordo in tre parti: un cessate il fuoco reciproco; un aiuto ai palestinesi per creare una centrale elettrica a gas; e il pagamento da parte del Qatar degli stipendi e di aiuti per le famiglie arabe bisognose, e per la ricostruzione di Gaza, per un valore di circa seicento milioni di dollari. In cambio una legge israeliana permette al governo di dedurre dalle tasse versate all’Anp il denaro che l’autorità paga alle persone detenute per motivi di sicurezza e alle loro famiglie.

Ma la formula “tranquillità in cambio di soldi” ignorava il più ampio contesto politico e nazionale in cui Hamas agisce. È stato come se tutti si fossero dimenticati che Hamas è un’organizzazione religiosa e nazionalista, ma anche un gruppo politico nel mezzo di elezioni che aveva previsto di vincere, fino a quando Abu Mazen le ha sospese ad aprile, perché Israele si è rifiutata di organizzarle a Gerusalemme. Allora Gerusalemme è diventata il risarcimento perfetto. In un colpo solo Hamas ha conquistato il centro della scena e una vittoria diplomatica che ha ristabilito la sua autorità come unica entità che può avviare una conflagrazione, ed estinguerla alle sue condizioni. Oggi la città è diventata parte del circolo di deterrenza di Hamas, tradizionalmente limitato alle comunità vicino al confine con Gaza. Questo non è un altro episodio nella serie di conflitti periodici tra Hamas e Israele, la cui fine è nota e prevedibile. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1410 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati