Sono le otto di sera. Dj Lag si piazza alla console per il sound-check all’interno dell’Open Ground, una discoteca tedesca definita “il club con il suono migliore del mondo”. Appena parte la musica si capisce perché. Le linee di basso rotonde si diffondono in una sala dall’acustica curata nei minimi dettagli, sospinte da una strumentazione straordinariamente potente. Le melodie acute e le trame intricate si sviluppano con chiarezza impressionante. Le improvvisazioni suonano come se i vocalist si trovassero a pochi metri di distanza da chi ascolta.
L’Open Ground sa come lasciare esterrefatti. “Ricordo la prima volta in cui ci ho messo piede”, dice Eddy Toca, in arte Piccell, dj nato in Angola che oggi è di casa a Dortmund ed è venuto qui per suonare insieme a Dj Lag e il resto del Barulho World, un collettivo di musica afro-elettronica. “È stato un fulmine a ciel sereno. Non potrei paragonarlo a nessun altro locale in cui ho suonato”.
Pellegrinaggio notturno
Il club si trova a Wuppertal, appena fuori della valle della Ruhr, in un’area conosciuta soprattutto per la monorotaia sospesa vecchia di 125 anni e per il teatro di Pina Bausch. Il locale è a cinque ore di treno da Berlino, città che spesso ha rubato la scena della musica elettronica al resto della Germania. Eppure, fin dall’apertura nel dicembre 2023, è diventato meta di pellegrinaggio per appassionati e dj di tutto il mondo. Il britannico Floating Points ha dichiarato che si tratta “del club con la migliore acustica di tutta l’Unione europea”, mentre il dj Mantra garantisce che “ti porta sull’orlo del pianto”.
I fondatori dell’Open Ground, Markus Riedel e Mark Ernestus, tra tutti e due hanno ottant’anni di esperienza nel mondo della musica. Prima di aprire il club, Riedel ha lavorato per vent’anni nella casa discografica berlinese Hard Wax, fondata nel 1989 da Ernestus, apprezzato per il suo lavoro pionieristico nella dub-techno. Nel 2008 Riedel si è trasferito nella nativa Wuppertal per lavorare nell’azienda di comunicazione del fratello Thomas, che si occupa di eventi globali come i Mondiali di calcio, l’Eurovision e le Olimpiadi.
Otto anni dopo, nell’ambito di un piano per stimolare la vita notturna, il comune di Wuppertal ha presentato ai fratelli Riedel un’idea per riconvertire un vecchio bunker della seconda guerra mondiale. La ristrutturazione è stata interamente finanziata da Thomas, è durata sette anni e ha richiesto interventi massicci. È stato necessario consolidare diverse stanze più piccole, eliminare il tetto di cemento e gestire un’infinità d’imprevisti. La squadra assoldata dai Riedler ha cambiato il sistema di aria condizionata subordinandolo al sound design.
Riedel, Ernestus e il curatore musicale dell’Open Ground Arthur Rieger mi accompagnano in un giro del locale prima dell’apertura. Entrando colpisce il silenzio monastico che lo avvolge. Il responsabile dell’acustica, Willsingh Wilson della Wax acoustics, ha installato ovunque (non solo in alcune aree, come accade altrove) pannelli di fibra che assorbono i riverberi indesiderati, creando un contenitore ideale per esaltare suoni acuti da 20 kilohertz fino a quelli più bassi e vibranti che si fermano a 24 hertz.
Per Ernestus un suono ideale non è un lusso, ma un imperativo. “Quando gli esseri umani erano cacciatori e raccoglitori, l’udito era il loro sistema di allarme”, spiega. “Le orecchie sono uno dei primi organi a svilupparsi in un embrione e sono collegate alle parti del cervello che gestiscono lo stress. Anche 50 decibel (il suono di una stanza silenziosa con un frigo acceso) a lungo andare possono essere dannosi. Il rumore aumenta il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari. In sostanza il rumore sano non esiste”.
L’esposizione prolungata a un suono di qualità scadente e a un ambiente acustico inadeguato comporta in effetti alcuni rischi per la salute. Il sistema nervoso degli umani percepisce i suoni distorti, duri o poco bilanciati come una minaccia di basso livello, innescando una serie di risposte psicologiche a cascata che si manifestano in un aumento della produzione del cortisolo, della tensione muscolare, della stanchezza cognitiva e dell’alterazione del sonno. Subiti a lungo, questi fenomeni possono incrementare il rischio di sviluppare disturbi cardiaci e metabolici, come il diabete di tipo 2. Il cervello, inoltre, compensa l’input uditivo dissonante con mal di testa e affaticamento oculare. Paradossalmente, la scarsa qualità del suono spesso spinge i dj ad aumentare il volume dei monitor per bilanciarne l’effetto, peggiorando le cose.
In barba all’acufene
Ernestus soffre di acufene dall’età di 18 anni, dunque è consapevole di quale possa essere l’impatto fisico della musica. “Se trascorro gran parte della notte in un club, il giorno dopo sono distrutto. Qui invece mi sento sempre bene”.
Se l’investimento nella qualità acustica è così importante, allora perché è sistematicamente sottovalutato? Secondo Ernestus a causa di un’errata attribuzione delle priorità. “Assorbiamo il 90 per cento delle informazioni sensoriali attraverso gli occhi. Penso sia per questo che l’aspetto visivo è sempre sopravvalutato”, spiega. “Molti proprietari di club preferiscono spendere 50mila euro per le luci che per migliorare l’acustica”.
I gestori dell’Open Ground sono impegnati anche a garantire il benessere degli artisti, un aspetto che può essere compreso solo da chi ha partecipato a tanti rave. Gli artisti hanno a disposizione docce, bagni poco lontani dalla console e all’inizio della serata possono condividere un salutare pasto vegano, una rarità quando si è in tour. “Buona parte della pianificazione deriva dalla nostra esperienza personale. Se metti un dj o un artista nelle condizioni ideali, puoi stare certo che la sua performance sarà di alto livello”, spiega Riedel.
L’attenzione a ogni dettaglio porta benefici anche al pubblico, in modi che possono sfuggire a molti avventori occasionali. La pista principale, la Freifeld, e quella più piccola, la Annex, sono progettate e illuminate strategicamente per offrire uno spazio ideale dove ballare. Nell’area di riposo interna dei piccoli monitor diffondono in tempo reale il set della Freifeld, in modo che le persone possano riprendere fiato senza perdere contatto con la musica. Nessuno ha bisogno di alzare la voce per conversare.
Tornando sulla pista dopo l’ispezione, osservo una ragazza sui vent’anni che balla in modo frenetico, selvaggio. È ancora presto e la pista è quasi vuota, ma lei si muove come se fosse il momento clou. Senza staccarle gli occhi di dosso, ricordo ciò che mi ha detto Christine, la moglie di Markus: “Il suono è così fantastico che non c’è bisogno di droghe”. ◆ as
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati