Il 23 maggio un aereo Ryanair in viaggio da Atene a Vilnius è stato costretto ad atterrare mentre attraversava lo spazio aereo bielorusso. Il presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, aggrappato al potere nonostante le proteste contro i brogli elettorali dello scorso agosto, ha ordinato all’aereo un atterraggio di emergenza a Minsk con il pretesto, creato ad arte dai servizi di sicurezza, che potesse esserci una bomba a bordo. Minsk ha fatto decollare un caccia Mig-29 per intercettare l’aereo civile.

L’azione del regime bielorusso aveva come obiettivo la cattura di un singolo individuo: Roman Protasevič, un giornalista che per Lukašenko rappresenta da tempo una spina nel fianco. Da novembre Protasevič viveva a Vilnius, che negli ultimi mesi è diventata un centro nevralgico dell’opposizione a Lukašenko: la Lituania, infatti, non riconosce il regime di Minsk e offre agli esuli assistenza e protezione.

Quando è scoppiata la crisi, ero a Vilnius per intervistare Svetlana Tichanovskaja, la leader dell’opposizione bielorussa. “Chiediamo l’apertura di un’indagine sull’incidente e la sospensione della Bielorussia dall’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile”, mi ha detto. “Le parole non bastano più. I bielorussi si aspettano un aiuto decisivo dalla comunità internazionale. Da oggi nessuno, di nessun paese del mondo, è al sicuro quando è in volo sulla Bielorussia”.

Tra i ranghi dell’opposizione l’operazione ha seminato il panico. La sera del 23 maggio uno dei collaboratori di Tichanovskaja si è detto convinto che le forze di sicurezza di Lukašenko siano ormai in grado di colpire i dissidenti ovunque. Se l’Unione europea non interverrà, i democratici bielorussi in esilio non saranno al sicuro in nessun luogo. Alcuni di loro hanno anche paragonato il proprio paese alla Corea del Nord e alla Somalia, nota per la presenza di pirati nelle sue acque.

Protasevič, giornalista di 26 anni in esilio, è il cofondatore di Nexta, un canale di notizie su Telegram, il sistema di messaggeria codificata diventato essenziale per l’opposizione in Russia e Bielorussia. Insieme ad altri giornalisti rimasti nel paese, Nexta e altri canali Telegram continuano a raccontare la repressione delle proteste e gli arresti degli oppositori in Bielorussia. La crisi del dirottamento è esplosa una settimana dopo la chiusura forzata di Tut.by, l’ultimo sito d’informazione indipendente attivo in Bielorussia. La società che gestisce il sito è stata anche accusata di reati fiscali.

Protasevič e la sua ragazza russa, Sofja Sapega, sono stati arrestati direttamente sulla pista dell’aeroporto. Prima di decollare da Atene, il giornalista aveva inviato diversi messaggi ai suoi colleghi spiegando che alcune persone lo stavano seguendo e avevano cercato di fotografare i suoi documenti. Come hanno riferito alcuni passeggeri, il giornalista ha detto di temere la condanna a morte in Bielorussia.

Da sapere
Ancora sanzioni

◆La sera del 24 maggio 2021, un giorno dopo il dirottamento del volo Ryanair 4978, l’Unione europea ha annunciato nuove sanzioni economiche contro il regime di Aleksandr Lukašenko, ha raccomandato la chiusura dello spazio aereo e degli aeroporti europei alle compagnie bielorusse e ha raccomandato alle linee aree dei suoi 27 paesi di non sorvolare la Bielorussia. L’Unione ha anche chiesto l’immediata liberazione di Roman Protasevič e Sofja Sapega e l’apertura di un’inchiesta dell’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) sull’accaduto. Le ultime sanzioni imposte da Bruxelles a Minsk risalgono a ottobre del 2020, ed erano state decise in seguito alla brutale repressione delle manifestazioni pacifiche contro la rielezione di Lukašenko (al potere dal 1994) nelle elezioni del 9 agosto 2020, segnate da gravissime irregolarità. Consilium. europa.eu, Bbc


Risposte condivise

Al momento del dirottamento, il volo era ad appena due minuti dall’ingresso nello spazio aereo lituano. Per questo la decisione della Ryanair di rispettare l’ordine bielorusso è stata criticata da più parti. Con ogni probabilità i piloti, vedendosi affiancati da un aereo da combattimento, hanno pensato di non avere scelta. L’aereo è stato autorizzato a proseguire il viaggio verso Vilnius dopo sette ore, durante le quali i passeggeri sono stati praticamente tenuti in ostaggio. Oltre a Protasevič e Sapega, altre tre persone non sono risalite a bordo. Forse sono state arrestate, o forse erano agenti dei servizi bielorussi.

L’incidente ha impresso una svolta radicale a una situazione di stallo, costringendo i diplomatici europei ad affrontare una crisi che molti speravano potesse esaurirsi senza grandi scossoni. La mattina del 24 maggio il governo polacco ha aperto un’inchiesta. E molti osservatori hanno definito l’azione di Minsk un atto di “pirateria di stato”. L’amministratore delegato della Ryanair, Michael O’Leary, ha parlato di “dirottamento di stato”.

Nel pomeriggio del 24 maggio l’Unione europea ha cominciato a discutere dell’opportunità, per i voli europei, di evitare lo spazio aereo bielorusso. L’idea di una risposta incisiva e condivisa si è fatta strada. In serata il Regno Unito è stato il primo paese europeo a comunicare alle sue linee aeree il divieto di sorvolare la Bielorussia e a cancellare i diritti di atterraggio per la compagnia di bandiera di Minsk, Belavia.

La risposta internazionale ha innescato dibattiti anche all’interno dell’opposizione bielorussa, che sottolinea i rischi legati a un isolamento totale del paese.

Il regime bielorusso, invece, è rimasto impassibile. Nel pomeriggio del 24 maggio le autorità di Minsk hanno impedito per due ore a un volo Lufthansa di decollare, citando un’imprecisata minaccia terrorista. Non è chiaro se le autorità volessero far sembrare credibile l’allarme del giorno prima o se sospettassero la presenza di altri esuli a bordo. Dopo l’episodio, in una bizzarra conferenza stampa le autorità di Minsk hanno goffamente cercato di attribuire la minaccia ad Hamas.

Lukašenko è stato definito spesso l’ultimo dittatore d’Europa. I bielorussi, però, hanno cercato di non lasciarsi schiacciare del suo autoritarismo e hanno sempre mantenuto vivo il contatto con il resto d’Europa. Se le sanzioni gli impediranno di viaggiare e uscire dal paese, l’isolamento della Bielorussia sarà completo. Come la sua trasformazione nella Corea del Nord europea. ◆ as

Vladislav Davidzon _ è un giornalista e scrittore russo-americano. È il direttore della Odessa Review. _

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Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati