Il 14 maggio la giustizia venezuelana, vicina al governo del presidente chavista Nicolás Maduro, ha ordinato la confisca dell’edificio che ospita la sede del Nacional, il principale quotidiano del Venezuela. La misura fa parte dell’esecuzione della sentenza per danni morali emessa a favore dell’uomo forte del chavismo, Diosdado Cabello. Ad aprile la corte suprema aveva condannato il Nacional a pagare 13,4 milioni di dollari di multa per aver pubblicato un reportage del giornale conservatore spagnolo Abc che accusava Cabello di legami con il narcotraffico. Jorge Makriniotis, direttore generale del Nacional, ha pubblicato su Twitter un video del momento in cui la polizia sigilla la sede del quotidiano: “Dopo 78 anni di storia in difesa della libertà d’espressione, El Nacional viene invaso e sequestrato. È un attacco alla democrazia”, ha detto.

Gesti di buona volontà

Nel frattempo il governo di Caracas sta lanciando segnali di apertura all’opposizione guidata da Juan Guaidó, che nel 2019 si era proclamato presidente ad interim del paese. Nelle ultime settimane Maduro ha preso alcune decisioni interpretate come gesti di buona volontà dall’Unione europea, dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dal gruppo di contatto internazionale sul Venezuela. Per esempio la nomina da parte dell’assemblea nazionale, controllata dal governo, di due esponenti dell’opposizione nel consiglio nazionale elettorale, il trasferimento agli arresti domiciliari di sei dirigenti dell’azienda petrolifera Citgo e l’autorizzazione a lavorare nel paese concessa al programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Inoltre, il presidente si è detto “pronto a parlare” con l’opposizione: “Con l’aiuto dell’Unione europea, del governo norvegese e del gruppo di contatto, quando, dove e come vorranno”.

Da parte sua Guaidó, criticato da alcuni settori dell’opposizione, ha ricevuto l’appoggio degli Stati Uniti attraverso Julie Chung, sottosegretaria per l’emisfero occidentale del dipartimento di stato: “Appoggiamo Guaidó e gli sforzi dell’opposizione per ripristinare pacificamente la democrazia in Venezuela, attraverso elezioni presidenziali e parlamentari libere ed eque”, ha detto Chung. L’obiettivo del dialogo è organizzare elezioni regionali trasparenti entro la fine del 2021. ◆ _ as_

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Questo articolo è uscito sul numero 1410 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati