“L’Europa ci sta guardando”, ha scritto il quotidiano la Nazione in Toscana, l’unico bastione in cui la sinistra italiana ha tenuto alle elezioni europee del 2019. Quest’anno, alle regionali del 20 settembre, la Toscana sembrava sul punto di eleggere il suo primo presidente di destra. Alla fine la Lega di Matteo Salvini non ce l’ha fatta, ma l’Europa farebbe meglio a non esultare. Il fatto che la destra sia arrivata così vicina a vincere in una “regione rossa” evidenzia i problemi profondi della politica e della società italiane.

Grazie alla decentralizzazione prevista dalla costituzione, le regioni italiane mantengono un certo potere sulla spesa pubblica, l’istruzione e la sanità. Le diverse risposte delle amministrazioni regionali alla pandemia hanno avuto un ruolo chiave in questo voto. In Veneto (centrodestra) e Campania (centrosinistra) i presidenti in carica hanno vinto con un largo margine, in una sorta di plebiscito sulle loro strategie contro il covid-19. Ma la corsa per la presidenza della Toscana è un esempio di un fenomeno nazionale, con una sinistra che a malapena riesce ad arginare la Lega.

A marzo, mentre il mondo osservava lo sforzo dell’Italia per contenere la prima ondata di covid-19 in Europa, Salvini ha perso consensi a causa del suo atteggiamento ambiguo sulla pandemia, mentre è cresciuta la fiducia verso un governo più sobrio e coerente. Molti italiani pensano che la privatizzazione del sistema sanitario lombardo favorita dalla Lega sia stata una delle cause del disastro provocato dalla pandemia nel paese. Quindi è preoccupante che solo sei mesi dopo la Lega abbia rischiato di vincere in Toscana.

Da anni le regioni storicamente governate dalla sinistra si stanno spostando a destra, in alcuni casi perché i partiti progressisti si sono dimostrati incapaci di difendere i lavoratori dalla crisi dell’industria e del lavoro. Oggi la destra controlla quattordici regioni su venti. Nel 2015 ne governava solo tre. Da allora la coalizione di centrodestra si è compattata, mentre la sinistra non ha saputo fare altrettanto.

Gli effetti dell’austerità

La battaglia serrata tra sinistra e destra in Toscana dovrebbe far suonare l’allarme. Invece di parlare dell’immigrazione e della riduzione delle tasse, temi cari a Salvini, nella regione la Lega ha promesso di cancellare i tagli alla sanità e di investire sulle infrastrutture e gli alloggi.

Il governatore in carica Enrico Rossi ha risposto alla pandemia distribuendo gratuitamente mascherine, facendo test a tappeto e imponendo misure protettive nelle case di risposo, Però, a causa dei tagli alla sanità a livello nazionale, oggi la Toscana ha meno posti letto in ospedale rispetto a dieci anni fa. L’austerità imposta dall’Europa è stata particolarmente dura in Italia, e insieme agli alti tassi d’interesse sul debito ha provocato una drastica riduzione degli investimenti nelle infrastrutture.

Per ora la sinistra può tirare un sospiro di sollievo. Ma l’ascesa dell’estrema destra non si ferma e le cause del suo successo restano inalterate. Di sicuro qualcuno raccoglierà il testimone di Salvini, per esempio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Come negli Stati Uniti e nel Regno Unito, anche in Italia se la sinistra aspira a qualcosa di più di una difesa a breve termine deve rendersi conto che proseguire sulla strada attuale non basterà a fermare la destra, in un momento in cui la popolazione chiede disperatamente un cambiamento. ◆ _ as_

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Questo articolo è uscito sul numero 1377 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati