U n freddo venerdì mattina di marzo, un paio di giorni dopo che una tempesta di neve si era abbattuta sulla città, Chokwe Antar Lumumba, il sindaco di Jackson, Stati Uniti, è entrato a grandi passi in un parcheggio dietro il municipio. Ha salutato alcuni pompieri e si è fatto strada su un podio sistemato di fronte a quattro camion dei vigili del fuoco. Il clima faceva pensare più a Londra che al Mississippi, e Lumumba si era vestito di conseguenza: pantaloni blu aderenti, giacca marrone a quadretti, gilet in tinta e scarpe beige. Erano state settimane difficili per la città. Il mese precedente un’altra tempesta di neve aveva lasciato molti dei circa 170mila abitanti bloccati e senza acqua per settimane. Migliaia di loro erano anche senza elettricità. C’erano volute più di quattro settimane prima che il comune potesse comunicare ai cittadini che non dovevano più bollire l’acqua del rubinetto.

Quella mattina, tuttavia, Lumumba aveva un compito più piacevole: “battezzare” i nuovi camion dei vigili del fuoco della città. Dopo la breve preghiera di un pastore locale, il capo dei pompieri ha preso un idrante rosso e polveroso, lo ha puntato direttamente verso i camion dei vigili del fuoco rosso fiammante e poi… niente. Non è uscita neanche una goccia d’acqua. In un certo senso, la cosa era appropriata, quasi prevedibile, per una città come Jackson.

Chokwe Antar Lumumba a Jackson, Mississippi, marzo 2021 (Rory Doyle)

Da un punto di vista economico la città, che è la capitale dello stato, sta vivendo un lungo declino, cominciato nel 1962, quando il presidente John Fitzgerald Kennedy inviò le truppe federali a Oxford, all’università del Mississippi, per obbligarla ad ammettere uno studente nero, James Meredith. Gli abitanti bianchi cominciarono a lasciare Jackson per evitare un’integrazione forzata e, in seguito, anche quelli neri se ne andarono, lasciando una città dove oggi quasi un quarto degli abitanti vive sotto la soglia di povertà.

Ma per il suo sindaco, vestito in abiti tagliati perfettamente su misura, il fallimento di questi idranti rappresenta una sorta di prova. Quattro anni fa, Lumumba è diventato primo cittadino seguendo una corrente di retorica e ambizione che ha fatto parlare tutto il paese. Nella sua ampia visione del futuro, in cui Jackson sarebbe potuta diventare un modello per gli Stati Uniti, il municipio avrebbe fatto da base non solo per offrire servizi migliori, ma per lanciare una serie d’idee progressiste, come il reddito minimo universale, attività commerciali gestite dalle cooperative, e alternative alla polizia.

Lumumba proponeva di sostituire le aree abbandonate con fattorie urbane. E in una città per l’82 per cento nera – più di qualsiasi altro grande centro urbano statunitense – formulava i suoi obiettivi in termini nobili, promettendo di riscrivere la storia dell’intera regione, trasformando lo sfruttamento in emancipazione. Parlava di riparare le buche, un grande argomento di conversazione da queste parti, non solo nel senso di lavori stradali ma come un modo per porre fine a “cicli d’umiliazione”, perché essere nero non doveva significare tollerare strade dissestate e acqua cattiva. Lumumba s’impegnava a rendere Jackson “la città più radicale del pianeta”.

Una nuova generazione

Queste idee di governo della città non suonerebbero fuori posto ad Austin, in Texas, o a Seattle, nello stato di Washington, centri che possono contare su una solida base di contribuenti e su residenti ricchi che hanno da tempo sostituito quelli a basso reddito.

Jackson, invece, ha problemi così profondi ed è così povera che la visione radicale di Lumumba è apparsa fin dall’inizio molto coraggiosa. E lo ha reso forse il politico più importante di una nuova generazione di sindaci neri del sud del paese, che uniscono idee di sinistra, obiettivi di giustizia sociale e diritti civili.

Oggi Lumumba, che ha da poco compiuto 38 anni, è candidato a un secondo mandato dopo aver vinto le primarie del Partito democratico. Ma lui stesso ammette di non essere riuscito a mettere in pratica le sue idee. Ha passato più tempo a risolvere i problemi della città che a tracciare nuove strade. Altre amministrazioni hanno cominciato a fare scelte considerate “radicali”: Evanston, in Illinois, ha appena creato i primi programmi di risarcimento ai discendenti degli schiavi, che garantiscono ai cittadini neri di possedere una casa. Alcune grandi città hanno ridotto i fondi della polizia, Jackson invece nel 2020 li ha aumentati. Altre hanno fatto salire il salario minimo a 15 dollari l’ora, a Jackson è ancora in vigore quello federale di 7,25 dollari.

All’inizio del suo mandato Lumumba ripeteva spesso lo slogan “Liberiamo la terra”. E aggiungeva: “Con ogni mezzo necessario”

Se Lumumba non è riuscito a lavorare come voleva i motivi sono molti, a partire dalla difficoltà di ottenere il denaro per fare le cose più semplici. La sua faccia tosta e l’inesperienza hanno infastidito alcuni politici democratici. Un sindaco che sostiene una linea progressista sul modello di Bernie Sanders non è quello di cui ha bisogno Jackson, dicono i suoi detrattori. La città inoltre deve fare i conti con un governo statale a maggioranza bianca e repubblicana, che non l’ha aiutata ad avere i fondi necessari. E nel frattempo Jackson è stata colpita da una crisi dopo l’altra: inondazioni, gelate, pan­demia.

Lumumba vuole ancora affrontare i problemi di Jackson: crimine, povertà e buche nelle strade. Ha lavorato per coinvolgere gli abitanti in decisioni come la scelta delle strade da asfaltare per prime. Se riuscirà a risollevare le fortune di questa città a maggioranza nera, Lumumba potrebbe anche dare al movimento progressista del paese una spinta nel sud conservatore. E mostrare che queste politiche potrebbero funzionare non solo in luoghi con grandi aziende e abitati dalla borghesia, ma anche nel Mississippi. Intanto ha dimostrato che avere posizioni di sinistra può essere un buon argomento in campagna elettorale, ma questo non lo libera dall’obbligo di riparare le buche, ripulire l’acqua e mettere fine alle sinfonie di spari notturni.

Era mio padre

Lumumba dice di aver deciso di candidarsi a sindaco il 25 febbraio 2014, il giorno in cui suo padre, che governava Jackson, morì d’infarto. Chokwe Lumumba, il padre di Antar, era stato a sua volta un leader radicale. Nato e cresciuto a Detroit, si era innamorato di Jackson dopo averla visitata in qualità di leader della Repubblica della Nuova Africa, un gruppo separatista che chiedeva al governo federale risarcimenti per i neri e la creazione di una nazione a maggioranza afroamericana nel sud degli Stati Uniti. Negli anni sessanta aveva cambiato il suo nome da Edwin Finley Taliaferro a Chokwe Lumumba: Chokwe in onore di una tribù africana che si era opposta a lungo alla tratta degli schiavi, e Lumumba in omaggio al leader dell’indipendenza congolese Patrice Lumumba.

In seguito si era trasferito con la famiglia a Jackson. Era un avvocato specializzato in diritto penale e diritti civili (difese anche il rapper Tupac Shakur), ed era un attivista: continuò a fare pressioni per i risarcimenti del governo federale e creò un centro di ritrovo per la comunità.

A un certo punto decise che poteva fare di più dall’interno del sistema politico. Così diventò uno dei consiglieri comunali di Jackson, e poi fu eletto sindaco nel 2013. Morì appena otto mesi dopo essere entrato in carica, ma non prima di aver gettato le basi della visione politica del figlio.

All’epoca Antar Lumumba lavorava nello studio legale del padre. Si era laureato alla facoltà di giurisprudenza dell’università del Texas meridionale e subito dopo aveva sposato la fidanzata. Inizialmente era diffidente verso la politica. “Non volevo averci niente a che fare”, mi ha spiegato durante un’intervista nel suo ufficio a marzo.

Il giorno della morte di suo padre, dice, pregò dio affinché gli infondesse il suo spirito. Poi decise di candidarsi a sindaco, pur non avendo alcuna esperienza politica. Perse le elezioni nel 2014, ma vinse quelle di tre anni dopo, evitando un affollato ballottaggio alle primarie del Partito democratico e conquistando più del 90 per cento dei voti.

Nel 2016 la sorella maggiore di Antar Lumumba, Rukia, si trasferì a Jackson da New York per gestire la campagna elettorale del fratello. Racconta di essere rimasta sorpresa quando suo fratello decise di candidarsi. Antar, dice Rukia, in un certo senso somiglia più alla madre: Nubia, un’estroversa ed elegante assi­stente di volo che indossava sempre i tacchi alti. Entrambi i genitori, tuttavia, avevano da subito immerso i loro figli nell’attivismo.

Via della liberazione

All’inizio del suo mandato, Lumumba ripeteva spesso lo slogan “Free the land”, liberiamo la terra. E poi aggiungeva: “By any means necessary”, con ogni mezzo necessario. Era il motto della Repubblica della Nuova Africa, usato anche dal padre nei suoi discorsi. Oggi nel corridoio che porta all’ufficio del sindaco sono allineati ritratti d’icone dei diritti civili: Patrice Lumumba, Medgar Evers, Ida B. Wells, Fannie Lou Hamer. Lumumba la chiama la via della liberazione.

Per Lumumba e altri sindaci neri del sud del paese il cambiamento affonda le radici nelle organizzazioni locali e nella priorità data ai programmi per i cittadini neri poveri. È una specie di versione aggiornata della filosofia della Repubblica della Nuova Africa: autogoverno senza secessione.

Lumumba sapeva che i suoi ideali sarebbero stati difficili da raggiungere in una città a corto di soldi, dove il bilancio dev’essere approvato dal consiglio comunale ed è difficile che lo stato copra tutte le spese. Ma dice di essersi candidato perché voleva risolvere i problemi di Jackson. Da sindaco Lumumba è riuscito a occuparsi di alcune questioni fondamentali: ha sistemato e digitalizzato la documentazione finanziaria del comune; ha affossato un tentativo dello stato di prendere il controllo del sistema scolastico cittadino e ha fatto arrivare in città varie borse di studio. La pandemia ha sospeso alcune iniziative, come il tentativo di coinvolgere i cittadini nella stesura del bilancio municipale.

Una delle principali lamentele rivolte a Lumumba riguarda la lotta al crimine. Come in altre città del paese, a Jackson durante la pandemia i crimini violenti sono aumentati: nel 2020 secondo la Wlbt, una radio locale, ci sono stati 128 omicidi, mai così tanti.

In una città a maggioranza nera, e in uno stato dove la popolazione carceraria è sproporzionatamente nera, la questione di come reagire all’impennata di reati ha creato profonde tensioni tra Lumumba – che sostiene la necessità di occuparsi del problema alla radice, rafforzando i servizi di salute mentale, i programmi per i giovani e lo sviluppo economico – e vari consiglieri comunali neri, che preferiscono una risposta più repressiva.

Anche se le sue idee non hanno trovato molto terreno fertile, Lumumba è riuscito a modificare i regolamenti cittadini sull’uso della forza da parte della polizia, vietando per esempio la presa al collo per immobilizzare i sospettati. In seguito alle pressioni dei mezzi d’informazione, oggi il sindaco fa pubblicamente il nome dei poliziotti che uccidono qualcuno a Jackson. Ma ammette che un movimento nazionale per ridurre i fondi delle forze dell’ordine non ha senso, in una città il cui dipartimento di polizia deve già fare i conti con problemi di risorse. Lo scorso anno il consiglio comunale ha approvato un bilancio che aumentava gli stipendi dei poliziotti per reclutare nuovi agenti, una scelta che ha deluso gli attivisti locali.

Anche per quanto riguarda le strade, il successo di Lumumba è stato limitato. Secondo lui sarebbero serviti due miliardi di dollari solo per sistemare quelle dissestate e per riparare condutture d’acqua e fognature vecchie di un secolo.

“Far funzionare modelli sostenibili è la base del nostro movimento”, dice Larry Cohen, presidente del gruppo progressista Our revolution, legato a Bernie Sanders, e da sempre vicino a Lumumba. “Il problema è trovare i fondi”. Il governatore repubblicano del Mississippi, Tate Reeves, dice che lui e Lumumba sono in buoni rapporti. Ma secondo Reeves lo stato investe già molto per Jackson, e quindi tocca alla città gestire meglio le sue finanze.

Un problema di sintonia

Molti, tra i dirigenti democratici di Jackson, sono rimasti perplessi non solo dalle idee di Lumumba, ma anche dalla sua giovane età, dalla sua spavalderia, dalla fiducia che mostra in se stesso (o arroganza, a seconda dell’interlocutore), e dai tentativi di fare a meno dei suoi compagni di partito o di metterli da parte.

Nel 2020, per esempio, alcuni candidati alle primarie democratiche per la presidenza si sono rivolti a Lumumba per avere il suo sostegno. A febbraio Lumumba ha organizzato a Jackson un “caucus del popolo”, in cui i rappresentanti dei vari candidati nazionali hanno preso la parola, e poi i presenti hanno espresso il loro voto. Secondo il sito d’informazione Mississippi Today una schiacciante maggioranza dei votanti ha scelto Sanders. Alcuni giorni dopo Lumumba ha dato il suo sostegno al candidato del Vermont. Poteva sembrare che Lumumba stesse rappresentando le opinioni dei suoi elettori, invece la grande maggioranza degli abitanti della contea di Hinds, in cui si trova Jackson, alle primarie ha finito per votare Joe Biden.

Quel fatto dimostra che Lumumba non è in sintonia con Jackson, dichiara il consigliere comunale e pastore protestante Aaron Banks, che in passato aveva collaborato con il padre di Lumumba. “Non credo che una linea di estrema sinistra sia la cosa migliore per la città”, dice Banks, facendo notare che il Mississippi è ancora una stato molto repubblicano. “Se vogliamo che la città abbia successo, dobbiamo trovare una strada intermedia”. Lumumba non è d’accordo e difende la modalità partecipativa della votazione, che secondo lui ha dato ai cittadini la possibilità di ascoltare il programma dei candidati. Il sindaco ha fatto arrabbiare anche molti costruttori edili neri della sua zona.

Marcus Wallace, sindaco di Edwards, una piccola città a ovest di Jackson, possiede una ditta di costruzioni che aveva fatto affari con il precedente sindaco. Alcuni anni fa Wallace investì duecentomila dollari per riparare le buche a Jackson ma, a quanto mi dice, non ha ricevuto alcun incarico da Lumumba.

Appalti e proclami

Durante un giro in auto a Jackson, un sabato mattina, Wallace mi indica le buche che non sono state riparate dall’amministrazione comunale. Secondo lui in realtà il sindaco si è concentrato più che altro sulle strade molto visibili, trascurando quelle dove vivono i neri più poveri. “Questa amministrazione fa un sacco di proclami”, dice Wallace, che con altri imprenditori locali ha cercato di reclutare candidati alternativi da lanciare nella corsa a sindaco. Ma pochi erano interessati a sfidare Lumumba.

Biografia

◆ ** 1983 **Nasce a Jackson, nel Mississippi, Stati Uniti. Suo padre, Chokwe Lumumba, è un avvocato e attivista.

◆ ** 2013 **Chokwe Lumumba è eletto sindaco, ma muore pochi mesi dopo essere entrato in carica. A quel punto Antar, anche lui avvocato, decide di entrare in politica.

◆ ** 20017 **Si candida a sindaco con il Partito democratico e vince nettamente le elezioni.

◆ ** aprile 2021 **Vince le primarie del partito e si ricandida alla guida della città.


Banks, il consigliere comunale, dice che il padre di Lumumba era diverso: sapeva come trovare il consenso, come fare in modo che gli altri si identificassero nelle sue idee. “Suo padre era una persona pratica, saggia”, dice Banks. “Non era convinto di sapere tutto lui”.

Lumumba replica dicendo di aver smesso di affidare i lavori in città ad alcune ditte appaltatrici che, secondo lui, incassavano i soldi pubblici senza svolgere il lavoro, anche se non fa nomi. Il sindaco sostiene che per alcuni funzionari locali di lungo corso le sue idee e la sua giovane età siano un problema: critiche simili, secondo lui, sono arrivate anche ad altri primi cittadini neri del sud del paese. “C’è una nuova generazione che si fa avanti. E alcune persone la considerano una minaccia”, dice Lumumba.

Lo stesso giorno del “battesimo” dei mezzi dei vigili del fuoco un altro camion carico di bottiglie d’acqua potabile è arrivato nel parcheggio della Forest Hill high school, poco dopo le otto del mattino. Le auto hanno cominciato a presentarsi venti minuti dopo, ancor prima dell’arrivo dei volontari. A metà febbraio la tempesta di neve aveva messo in ginocchio le malandate infrastrutture della città, lasciando gli abitanti senz’acqua. Il comune e le associazioni avevano cominciato a distribuire acqua potabile e acqua per i gabinetti, mentre si cercava di ripristinare la rete idrica.

Quel venerdì mattina di marzo, più di trenta giorni dopo la tempesta, c’è stata una delle ultime distribuzioni di acqua. Anche se non ci sono più avvisi sulla necessità di bollirla, molti abitanti ancora non si fidano dell’acqua di Jackson.

Le persone con cui parlo non danno a Lumumba la colpa dei problemi della città. Non pensano che il sindaco sia un rivoluzionario né la cosa gli interessa più di tanto. Dicono che sta facendo il meglio che può, date le circostanze. Si è tenuto lontano dagli scandali che hanno afflitto i suoi predecessori. Apprezzano il suo stile e le sue idee e tutti prevedono di votare di nuovo per lui.

Dal 1997 Jackson ha avuto sette sindaci. Secondo alcuni è il peggior incarico per un politico del Mississippi, perché i problemi sono profondissimi e l’opposizione è agguerrita. Anche chi critica Lumumba pensa che un po’ di stabilità farebbe bene alla città. E i suoi sostenitori pensano che stia ancora imparando il suo mestiere per farsi sostenere dal consiglio municipale cittadino.

Visto che Jackson è in maggioranza democratica, è probabile che Lumumba vincerà le elezioni dell’8 giugno. Naturalmente non è scontato. L’ammirazione a livello nazionale non si traduce necessariamente in successo locale. “Quando parlo di grandi questioni – autodeterminazione, diritti umani, discriminazioni o altro – i cittadini vengono da me e mi dicono: ‘Sì, ok, ma come riparerai le buche nella mia strada?’”, dice Lumumba. “Mentre lottiamo per risolvere questioni materiali, concrete, possiamo creare un nesso con alcune grandi questioni che ci fanno soffrire, senza bisogno di ricorrere a troppe parole inutili”.

Lumumba non ha abbandonato i suoi ideali. Sta lavorando a un programma di reddito minimo universale finanziato dal municipio.

Un altro dei grandi obiettivi del sindaco per il suo secondo mandato è trasformare il quartiere storicamente nero di Farish street in un’area per imprese gestite dalle cooperative, una cosa che finora non gli è riuscita.

Jackson, che viene chiamata the city with soul, la città con un’anima, è piena di locali di blues, buona cucina e musei, oltre che università e ospedali. La città ha cercato per decenni, senza riuscirci, di rivitalizzare la zona di Farish street, ma Lumumba pensa che coinvolgendo di più le persone del posto si può fare.

Riparare le buche

Non dice se, in caso di rielezione, si candiderà o no per un terzo mandato. Né sta pensando a una carriera politica a livello statale o nazionale, o a tentare l’obiettivo di fare del Mississippi uno stato democratico. Ma sa che, se vuole avere qualche possibilità, deve prima dimostrare di saper risolvere i problemi di Jackson. Quando gli chiedo se pensa di candidarsi al congresso degli Stati Uniti o come governatore, mi risponde: “Per ora penso a riparare le buche”. ◆ _ ff_

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati