Il voto contrario alla formazione di una rappresentanza dei lavoratori nei magazzini Amazon di Bessemer, in Alabama (1.798 voti contro 738), è stato una grande delusione per le organizzazioni sindacali, che considerano la lotta contro il colosso del commercio online un punto centrale per la sopravvivenza delle loro attività. La sconfitta, però, non segna la fine della campagna contro l’azienda fondata da Jeff Bezos, ma un cambio di strategia. I leader sindacali hanno infatti dichiarato che aumenteranno gli sforzi per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e contrastare il modello economico e d’impiego dell’azienda, invece di continuare con le elezioni in singoli luoghi di lavoro. Questa strategia prevede iniziative che vanno dallo sciopero alle manifestazioni fino alle campagne di sensibilizzazione sul potere esercitato da Amazon sui clienti e sulla concorrenza. “Vogliamo costruire un nuovo tipo di movimento sindacale”, ha affermato Jesse Case, segretario e tesoriere di una sezione locale del sindacato Teamsters in Iowa, che sta cercando di organizzare gli autisti e i dipendenti dei magazzini di Amazon nello stato per fare pressioni sull’azienda. La strategia riflette un paradosso del movimento sindacale negli Stati Uniti: da un lato un sondaggio della Gallup ha rilevato che due terzi degli statunitensi sono a favore dei sindacati (nel 2009 erano solo la metà), dall’altro non è mai stato così difficile sindacalizzare una grande azienda. Uno dei motivi è che le leggi che regolano il mercato del lavoro danno alle imprese vantaggi notevoli. I lavoratori devono vincere elezioni nelle singole sedi di un’azienda come Amazon, e questo comporta l’organizzazione di centinaia di campagne separate. I datori di lavoro hanno quindi la possibilità di condurre campagne aggressive contro i sindacati e la legge fa poco per punire chi minaccia o si vendica contro i lavoratori che cercano di organizzarsi.
Secondo gli avvocati che rappresentano i dirigenti aziendali, le iscrizioni al sindacato sono scese – da un terzo dei lavoratori del settore privato negli anni cinquanta all’attuale 6 per cento – perché oggi i datori di lavoro sono più bravi a venire incontro ai bisogni dei lavoratori. “I dipendenti possono rivolgersi all’azienda per esprimere ogni genere di preoccupazione”, dice Michael J. Lotito, dello studio Littler Mendelson. Secondo i leader sindacali, invece, le aziende ricche e potenti sfruttano in modo molto più sfacciato i vantaggi che gli concede la legislazione sul lavoro statunitense.
Le aziende ricche sfruttano in modo sfacciato i vantaggi concessi dalla legge
Prima di Amazon, il simbolo di questo atteggiamento era la Walmart. Negli anni novanta e duemila i sindacati accusavano il colosso della vendita al dettaglio di spingere al ribasso i salari in tutto il settore. La Walmart faceva di tutto per tenere lontani i sindacati. Nel 2000, dopo che un piccolo gruppo di addetti al sezionamento della carne in un punto vendita in Texas decise di sindacalizzarsi, l’azienda eliminò quella mansione in altri punti vendita. Cinque anni dopo, quando i lavoratori di un magazzino Walmart in Québec stavano cercando di entrare nel sindacato United food and commercial workers, l’azienda chiuse il punto vendita dicendo che il negozio andava male. I sindacati “sono stati sconfitti in tutti i posti in cui ci hanno provato”, dice Nelson Lichtenstein, storico del lavoro all’università della California, a Santa Barbara. “La Walmart inviava delle squadre con il compito di inondare i negozi di attività contro i sindacati”.
Anche nel caso di Amazon i leader sindacali pensavano che fosse essenziale entrare in un’azienda che influenza i salari e le condizioni di lavoro di milioni di lavoratori. Tuttavia l’incapacità del movimento d’intaccare la Walmart nonostante l’investimento di milioni di dollari ha avuto un peso sulla strategia nei confronti di Amazon. “Si sentivano davvero scottati dai tentativi infruttuosi di sindacalizzare la Walmart”, afferma Ruth Milkman, sociologa del lavoro al Graduate center dell’università della città di New York.
Solo un sindacato relativamente piccolo come il Retail, wholesale and department store union ha potuto pensare che valesse la pena investire molto nelle elezioni in Alabama. Durante lo spoglio, il presidente del sindacato, Stuart Appelbaum, ha attribuito il risultato a un sistema elettorale “guasto” che favorisce i datori di lavoro. Amazon non la pensa così. “I sindacati affermeranno che Amazon ha vinto le elezioni perché abbiamo intimidito i dipendenti, ma non è così”, ha dichiarato l’azienda. “I nostri dipendenti sono il cuore e l’anima di Amazon e abbiamo sempre fatto di tutto per ascoltarli”.
Nel corso degli anni il sindacato ha ottenuto delle vittorie con un modello alternativo, quello che Milkman ha definito “guerra aerea più guerra terrestre”. L’idea è combinare le azioni sul posto di lavoro, come gli scioperi (la guerra terrestre), con la pressione sui dirigenti dell’azienda attraverso campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (la guerra aerea). Il Service employees international union ha usato questa strategia per organizzare gli addetti alle pulizie negli anni ottanta e per ottenere dei successi per i lavoratori dei fast food negli ultimi anni. “Non ci sono quasi mai elezioni”, afferma Milkman. “Si tratta solo di fare pressione su chi ha il potere di decidere”.
L’accordo affossato
Per molti versi con Amazon il sindacato aveva cominciato a seguire questo copione prima della campagna in Alabama. All’inizio del 2019 il sindacato di Appelbaum, collaborando con organizzazioni non profit, politici locali e altre organizzazioni di lavoratori, ha contribuito ad affossare un accordo che avrebbe portato una seconda sede di Amazon a New York, puntando il dito sull’atteggiamento antisindacale dell’azienda. In quel periodo numerosi gruppi non profit hanno formato una coalizione chiamata Athena con l’obiettivo di convincere gli statunitensi del fatto che Amazon è un monopolista e che sfrutta i lavoratori. Durante la pandemia, i lavoratori di Amazon in tutto il paese hanno dato vita a gruppi e organizzato scioperi per amplificare le loro rivendicazioni sulla sicurezza e i salari.
◆ Il 13 aprile 2021 i lavoratori tecnologici del New York Times hanno annunciato di aver formato un sindacato, il Times TechGuild, e hanno chiesto all’azienda di riconoscerlo. Si tratta di circa settecento persone che lavorano per lo più sul sito del quotidiano statunitense, tra cui grafici, programmatori e analisti di dati. Il Times TechGuild ha chiesto di entrare a far parte del NewsGuild of New York, il sindacato che rappresenta circa 1.300 tra giornalisti e collaboratori del New York Times. Il Times Tech Guild, tuttavia, condurrà negoziati separati rispetto agli altri dipendenti del giornale rappresentati dal NewsGuild. The New York Times
I leader sindacali, gli attivisti progressisti e i politici hanno dichiarato di voler intensificare sia la guerra terrestre sia la guerra aerea dopo l’insuccesso nell’elezione sindacale, anche se alcuni scettici potrebbero opporsi all’idea di spendere altre risorse. Negli ultimi mesi più di mille dipendenti di Amazon in tutti gli Stati Uniti hanno contattato il sindacato dei lavoratori nel settore della vendita al dettaglio e sembra che molti si stiano preparando a scontrarsi con l’azienda.
In un’intervista Appelbaum ha dichiarato che le elezioni dovrebbero continuare a essere una parte importante della strategia. Altri leader, invece, sono convinti che bisognerebbe dare meno importanza alle elezioni. I gruppi progressisti intendono attirare l’attenzione su molti problemi posti da Amazon, dal potere esercitato sulle piccole attività commerciali agli usi potenzialmente discutibili di Ring, la tecnologia per la sicurezza interna dell’azienda. “Porremmo la questione di Ring e degli accordi con i dipartimenti di polizia locali”, ha dichiarato la sindacalista Lauren Jacobs riferendosi alla sorveglianza dei lavoratori non bianchi.
Molti sindacalisti hanno chiesto al congresso di aumentare i controlli sulle condizioni di lavoro ad Amazon. Ma molti leader sindacali sostengono che il congresso dovrebbe andare oltre, consentendo ai lavoratori di sindacalizzarsi a livello aziendale o di settore e non solo nei singoli luoghi di lavoro. Secondo Mary Kay Henry, presidente del Service employees international union, i lavoratori e i politici potrebbero costringere Amazon a sedersi al tavolo dei negoziati anche prima dell’approvazione di una legge che obblighi l’azienda a farlo. Un esempio è l’avvertimento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden contro l’ipotesi di intimidazioni o coercizioni durante il voto sindacale in Alabama. “Se Biden e il segretario del lavoro Marty Walsh chiedessero a McDonald’s, Amazon e altre grandi aziende di istituire un tavolo negoziale con i lavoratori e il governo”, dice Henry, “darebbero un segnale fortissimo e contribuirebbero e rafforzare il processo”. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati