In Francia la catena di discount tedesca Aldi non ha una buona reputazione. Negli ultimi anni è finita più volte sui giornali per casi di mobbing e di sovraccarichi di lavoro che portavano i dipendenti all’esaurimento nervoso e a licenziarsi. Secondo gli ispettori del ministero del lavoro, la catena pretende nelle sue filiali un impegno “infernale e disumano” e i dipendenti sono “dominati dalla paura”. Di recente si è conclusa a Tolosa una causa che si trascinava da anni. I giudici hanno condannato la Aldi a pagare 32mila euro di danni a un ex dipendente, che era stato bullizzato dai superiori e poi licenziato. Altri impiegati, che nel frattempo sono stati licenziati, avevano accusato il discount tedesco di usare “metodi da Ss”. Questo dettaglio della sentenza è importante. Si riferisce al metodo gestionale spiccatamente gerarchico della Aldi, noto come “modello di Harzburg”. Non è una nuova idea di gestione aziendale, è vecchia di 65 anni. Concepita dal nazista Reinhard Höhn, si era diffusa dopo la seconda guerra mondiale. Höhn dirigeva un’accademia per dirigenti fondata a Bad Harzburg nel 1956. Qui nel corso degli anni hanno inviato il loro personale aziende come la Bayer, la Bmw e la
Hoechst, ma anche l’esercito tedesco. Si dice che siano passati per l’accademia più di cinquecentomila manager.

Supervisione critica

Nei supermercati francesi della Aldi il metodo è sopravvissuto più a lungo. Nel 2008 i “princìpi di gestione di Harzburg” sono emersi in un manuale per manager che descrive nei dettagli i compiti dei dirigenti. Il punto più importante è la subordinazione: i capi delegano i compiti e i dipendenti li eseguono “accettando una supervisione critica”. Per molto tempo il passato di Höhn, che era un ufficiale della Ss e uno dei più influenti teorici del diritto del regime nazista, non ha infastidito nessuno. I primi dubbi sorsero all’inizio degli anni settanta, quando il deputato socialdemocratico Hans Batz chiese se il governo federale sapeva “che l’ex superiore di Adolf Eichmann stava addestrando gli ufficiali dell’esercito tedesco”.

L’indignazione non durò a lungo, ma la teoria di Höhn sì. “All’epoca il modello sembrava moderno e prometteva perfino un futuro meno autoritario”, dice Johann Chapoutot, professore di storia contemporanea alla Sorbona di Parigi, che nel saggio Nazismo e management. Liberi di obbedire (Einaudi 2021) descrive Höhn come un attore di primo piano nella formazione manageriale del dopoguerra.

La libertà concepita da Höhn sarebbe “ingannevole”, spiega Chapoutot: “I dipendenti sono liberi di obbedire e di perseguire gli obiettivi, ma sono maniacalmente controllati dai dirigenti”. Le idee di Höhn, aggiunge lo storico, sono in “completa continuità” con quanto lui e i suoi camerati predicavano prima del 1945: l’azienda è considerata una cellula della comunità nazionale in cui padroni e dipendenti non sono più nemici di classe.

Nel secondo dopoguerra molte aziende tedesche sognavano rapporti di questo tipo, e così anche la Aldi inviò i suoi futuri manager a formarsi a Bad Harzburg. La catena ammette che i suoi dipendenti hanno preso parte agli eventi dell’accademia fino all’inizio degli anni novanta, ma sostiene che il modello non è più usato da anni. A quanto pare, però, ha avuto vita più lunga in Francia. Ancora nel 2018 il consiglio d’amministrazione della Aldi ribadiva che il modello di Harzburg faceva parte della loro organizzazione del lavoro.

Secondo Chapoutot le polemiche scoppiate in Francia possono essere ricondotte a una teoria manageriale che produce “lavoro alienato e controllo compulsivo”. La Aldi parla di singoli casi spiacevoli e aggiunge che dal 2011 non ci sono più state “serie contestazioni”. I sindacalisti, invece, accusano l’azienda di aver creato un “sistema di sorveglianza”. Nei negozi, per esempio, sarebbero stati messi in scena dei finti furti da parte di “clienti test” per mettere alla prova l’attenzione dei cassieri. La Aldi ammette di ricorrere a clienti test, ma nega di aver messo in scena i furti. Il vecchio manuale di gestione, tuttavia, descriveva nel dettaglio i trucchi adoperati da un “misterioso cliente” per rubare i prodotti. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati