I 5.500 chilometri di coste dell’Africa occidentale ospitano alcune delle riserve ittiche più ricche e diversificate del mondo. Più di sette milioni di africani, dalla Mauritania alla Liberia alla piccola isola di São Tomé e Príncipe, dipendono dalle risorse del mare per sopravvivere. Ma questa è anche una delle regioni dove la pesca è meno regolamentata. Le navi straniere possono passare senza ostacoli dalle acque territoriali di un paese a quelle di un altro, forti del fatto che molti governi non hanno una guardia costiera funzionante. La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata procede indisturbata: il 40 per cento del pesce è catturato illegalmente, la percentuale più alta al mondo.
Anche l’Unione europea è presente con delle grandi navi da pesca. Bruxelles sostiene di svolgere un ruolo di sorveglianza e di voler far rispettare le regole. Tuttavia per alcuni esperti le attività legali dei pescherecci europei, che operano sulla base di accordi firmati con governi africani, sono dannose quanto quelle illegali. Da decenni i pescherecci di Spagna, Portogallo, Francia, Italia e Grecia – che ricevono sostanziosi aiuti da Bruxelles – si spingono fino alle coste africane. Oggi circa duecento navi lavorano in questi mari in virtù di accordi di partenariato per una pesca sostenibile. Sulla base di questi accordi l’Unione paga una somma al paese ospitante, che comprende anche aiuti per lo sviluppo dell’industria locale, per la tutela dell’ambiente e per la gestione delle risorse ittiche. Ma questi finanziamenti sono una minima parte del valore del pescato. Le imbarcazioni europee pagano in media l’8 per cento sul valore di quello che pescano, una percentuale non tanto superiore al 4 per cento pagato dalla Cina, il “grande cattivo” della situazione.
“I paesi africani svendono le loro licenze”, spiega Tony Long, dell’ong Fishing watch. “Anche se pensano di aver fatto un buon affare, spesso è vero il contrario”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1409 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati