Se avessi davvero pagato questi tre euro, sarebbero stati i soldi meglio spesi per un libro da molto tempo. I Quanti sono una collana pubblicata esclusivamente in digitale di testi brevi, che si leggono tutti d’un fiato. Una ragazza di 35 anni lavora in televisione in una Roma senza sfumature, dov’è arrivata dopo essere fuggita da un paesino di poche anime. Ma è solo una tappa per scappare poi a Berlino. Un’estate affitta d’impeto l’appartamento vuoto di un fotografo e si avventura per la capitale tedesca, i suoi musei e soprattutto i suoi bar. Il Silverfuture è il posto più berlinese di cui abbia letto negli ultimi anni, e Alice Spano lo descrive con precisione, insieme a quel sentimento di misplacement che avvolge l’expat anche quando si ambienta perfettamente. “Sento che il mio inglese è mediocre, anche le cose che racconto, in inglese, suonano mediocri: parlo e in bocca scricchiolano i fatti spogli, rametti nudi, la struttura minima della mia vita”, scrive in un passaggio. Lì incontra Tigre, una donna che la trascina: in avanti, dentro casa, in quella relazione, attraverso il sogno di un figlio, verso il futuro. Anche qui la protagonista si districa e va via, in un moto perpetuo che la alimenta fino all’ultima frase. Quarantatré pagine sono fin troppo poche per accontentarsi quando si ha tra le mani una scrittura (e una storia) avvolgente, dolce, ironica, ben modellata. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati