La parola progresso ha decisamente cambiato di senso. Secondo i vecchi criteri, il successo e la continua espansione di Amazon, gigante del commercio online, sarebbero stati sicuramente accolti come un progresso. Comodità degli acquisti, modernità dell’interfaccia digitale, prezzi più bassi, rapidità delle consegne: tutto avrebbe dovuto concorrere, secondo la vecchia teoria, a favorire questo esempio di modernità commerciale, caso da manuale di innovazione che favorisce i consumatori, un po’ come quello che sono stati in passato i supermercati, a loro volta facili da usare e meno costosi. Tanto più che l’azienda continua ad aprire magazzini nei paesi dove opera, portando così in dote la creazione di molti posti di lavoro.

Solo che questi magazzini occupano superfici notevoli, spesso a danno di aree non ancora cementificate. Il sistema moltiplica i viaggi di andata e ritorno degli addetti alle consegne, che comportano emissioni di anidride carbonica. Inoltre Amazon pratica un’ottimizzazione fiscale astuta e complessa, che priva i paesi che la ospitano di importanti entrate per i bilanci statali. Quanto ai posti di lavoro, si tratta soprattuto d’impieghi faticosi e mal pagati: per ogni posto creato, se ne perdono due o tre nel commercio tradizionale.

La smaterializzazione e la velocità sembrano l’avanguardia dell’innovazione: invece si ritrovano sul banco degli imputati. La questione però è complicata: non si tratta solo di un conflitto tra capitale e lavoro (grandi profitti da un lato, magri salari dall’altro), ma di una contraddizione tra consumatori e produttori, con gli interessi dei primi che si scontrano frontalmente con quelli dei secondi. Per avere una rete commerciale in carne e ossa che animi i centri delle città, siamo disposti a pagare più cari i prodotti? La risposta non è semplice. ◆ ff

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1364 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati