Con l’annuncio del presidente statunitense Joe Biden, ormai tutti gli stati più importanti hanno riconosciuto il genocidio degli armeni nell’impero ottomano durante la prima guerra mondiale. È un risultato per cui la diaspora armena, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, si batte da decenni, ma in concreto non rappresenta una grande vittoria. La Turchia, in qualità di stato successore dell’impero ottomano, contesta il fatto che tra il 1915 e il 1916 ci sia stato un genocidio sistematico e si rifiuta di porgere scuse ufficiali. Non ci si può aspettare che cambi la sua linea in modo drastico, e le richieste massimaliste di alcuni gruppi e partiti armeni, come la restituzione all’Armenia di ampi territori della Turchia orientale, serviranno solo a irrigidirla. L’unica strada percorribile è puntare sui contatti a livello non governativo, sulla riduzione delle ostilità e in seguito sul dialogo politico volto alla normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Armenia.

Gli ultimi decenni hanno dimostrato che è stato poco saggio pretendere che la Turchia riconoscesse il genocidio come condizione preliminare al dialogo. Il primo passo dev’essere un’apertura dei confini, per permettere più contatti tra le società dei due paesi. Per l’Armenia sarebbe importante anche in termini economici, visto che non ha praticamente accesso al mercato occidentale. La guerra per il Nagorno Karabakh, che l’Azerbaigian ha vinto grazie al sostegno turco, ha risvegliato l’ostilità e i traumi degli armeni, ma paradossalmente quel conflitto potrebbe aver spianato la strada verso la pace. Ora l’Azerbaigian non si opporrà più all’apertura dei confini e al dialogo tra la Turchia e l’Armenia, come aveva fatto nel 2009. In estate, quando a Erevan si sarà insediato un nuovo governo, si potrà fare un nuovo tentativo con l’aiuto internazionale. Come nel 2009, Stati Uniti e Unione europea dovrebbero creare uno spazio per il dialogo, in cui i rappresentanti di Turchia e Armenia possano confrontarsi. A quel punto l’orizzonte finale potrebbe anche essere il riconoscimento del genocidio da parte della Turchia. ◆ mp

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati