Flevoland, Paesi Bassi (Sjo, Getty)

Unione europea

L’Unione europea ha aumentato le esportazioni di pesticidi che sono vietati nei paesi europei a causa di rischi per la salute o l’ambiente. Rispetto alle 82mila tonnellate vendute nel 2018, il volume è più che raddoppiato, raggiungendo quasi 122mila tonnellate nel 2024. Lo denuncia un’inchiesta pubblicata dalle ong Public Eye e Unearthed, la divisione investigativa di Greenpeace. I pesticidi europei sono venduti principalmente a paesi a basso e medio reddito. La quota maggiore delle esportazioni, il 40 per cento, è della Germania. Seguono Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Bulgaria e Italia. Le esportazioni sono aumentate così drasticamente soprattutto perché l’Unione europea dal 2018 ha aggiunto circa cento pesticidi alla lista di quelli vietati. Le principali sostanze esportate sono il dicloropropene, bandito dall’Unione dal 2007 a causa dei rischi per le falde acquifere e per api, uccelli, mammiferi e organismi del suolo; il glufosinato, un erbicida che può danneggiare la fertilità; e l’epossiconazolo, un fungicida ritirato dal mercato per rischi legati alla riproduzione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati