I testi dei brani del rapper spagnolo Pablo Rivadulla, conosciuto come Pablo Hasél, sono discutibili. Augurarsi un colpo di pistola alla nuca di giudici e politici o incitare qualcuno a piantare una piccozza nella testa di un’altra persona non merita l’applauso di nessuno. La libertà d’espressione deve avere dei limiti e la giustizia deve poter intervenire. Fin qui possiamo essere tutti d’accordo. Il problema è quando il codice penale stabilisce che questi reati vanno puniti con il carcere, come nel caso di Hasél e del suo collega Valtònyc, che ha dovuto fuggire in Belgio per evitare l’arresto.
Hasél non è scappato e si è lasciato arrestare per attirare l’attenzione sulla sua situazione. Si è rifugiato nel rettorato dell’università di Lleida, e la polizia catalana lo ha portato via senza ricorrere alla violenza mentre lo spettacolo veniva trasmesso dai social network a tutto il mondo. Non è un’esagerazione: il caso ha suscitato l’interesse della stampa internazionale. Poche ore dopo migliaia di persone sono scese in strada a Barcellona e in altre città a protestare, e ci sono stati scontri con la polizia e arresti. Pochi giorni prima duecento artisti, tra cui Pedro Almodóvar e Joan Manuel Serrat, avevano pubblicato un manifesto in difesa del musicista.
È importante che le persone che hanno un profilo pubblico stiano attente alle parole, e che se non lo fanno ne paghino le conseguenze. Ma la prigione è una punizione troppo severa
Siamo probabilmente di fronte a una delle ultime incarcerazioni per questo tipo di reato. Il governo del Partito socialista spagnolo e di Podemos ha proposto una modifica del codice penale che prevede una revisione dei reati legati alla libertà d’espressione. L’idea è che gli eccessi verbali o le affermazioni che possono incoraggiare atteggiamenti violenti saranno puniti, ma non con la privazione della libertà. È importante che le persone che hanno un profilo pubblico stiano attente alle parole che usano, e che se non lo fanno ne paghino le conseguenze. Ma la prigione è una punizione troppo severa. Il problema è che la riforma non è arrivata in tempo per Hasél e altri. Sarebbe bene che il governo spagnolo riuscisse a intervenire rapidamente. ◆ ff
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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati