Sareste disposti a seguire una regola anche se vi danneggiasse e se nessuno verrebbe mai a sapere che l’avete infranta? Da una serie di esperimenti è emerso che una persona su quattro lo è: obbedisce in maniera incondizionata, perfino in assenza di pressioni sociali, sanzioni e tornaconto. I risultati mettono in discussione le teorie economiche classiche in base a cui le regole si seguono principalmente perché si è mossi da incentivi esterni, e potrebbero modificare il modo in cui formuliamo le leggi.

“Spesso il comportamento sociale consiste nel rispettare o infrangere le norme”, dice Simon Gaechter dell’università britannica di Nottingham, ma i ricercatori non sono d’accordo sul perché. “Se gli economisti enfatizzano gli incentivi esterni, altri scienziati sottolineano l’importanza della tendenza a conformarsi”.

Nel tentativo di arrivare a una sintesi, Gaechter e i suoi colleghi hanno ideato alcuni semplici test al computer in cui a più di 14mila persone è stato chiesto di spostare un dischetto a un semaforo rosso, aspettare il verde e raggiungere il traguardo il più in fretta possibile per non perdere la ricompensa.

In ogni test i volontari partivano con venti dollari, ma siccome la somma si riduceva di un dollaro al secondo, infrangere la regola e non aspettare il verde equivaleva a perdere di meno. Nonostante questo, pur sapendo che le loro azioni erano anonime e che nessuno le avrebbe controllate, il 70 per cento circa dei volontari ha comunque rispettato la regola e ha atteso che scattasse il verde prima di procedere.

La maggioranza dei partecipanti ha osservato la regola perfino quando i ricercatori hanno richiamato l’attenzione sul potenziale guadagno che avrebbero avuto violandola. “Non c’erano pressioni sociali, il test era anonimo, non c’era nessun motivo per obbedire, eppure quasi il 60 per cento dei volontari l’ha fatto”, spiega Gaechter.

Il peso delle aspettative

Per comprendere il ruolo delle aspettative sociali nella scelta, il team ha chiesto ai volontari se secondo loro gli altri avrebbero dovuto rispettare la regola o l’avrebbero rispettata. Chi pensava che gli altri l’avrebbero rispettata aveva una maggiore probabilità di fare altrettanto, dimostrando che anche quando sono sole le persone si creano convinzioni profonde su ciò che è socialmente accettabile e si comportano di conseguenza.

Lo studio conferma che le aspettative sociali percepite influenzano il comportamento, dice Pieter Desmet della Erasmus Universiteit di Rotterdam, nei Paesi Bassi, un concetto sfruttato dai governi per pilotare le scelte. “Se a una lettera di sollecito si aggiunge ‘nove persone su dieci pagano le tasse con puntualità’, gli adempimenti accelerano sensibilmente. Questo effetto è alla base di alcuni tra i più efficaci interventi di condizionamento sociale”, spiega.

L’aspettativa sociale, però, non ha influenzato tutti i partecipanti: il 25 per cento circa di loro ha seguito la regola a prescindere da quello che potevano pensare o fare gli altri, pur sapendo che infrangerla non avrebbe danneggiato nessuno. Secondo Gaechter è questo il risultato più importante: “Significa avere un profondo rispetto per le regole. Se si dà a queste persone una norma, la rispettano in maniera incondizionata”.

“Un numero sorprendente di volontari obbedisce alle norme anche se sono arbitrarie e svantaggiose, nessuno le fa rispettare e non tutti le seguono”, dice Desmet, che comunque avverte come il risultato non si possa applicare direttamente al mondo reale: altri studi dimostrano, per esempio, che più una regola è severa, minore è la probabilità che sia rispettata.

In un altro test dell’esperimento, i volontari potevano osservare il comportamento degli altri partecipanti. Vederli rispettare la regola non ha modificato in maniera significativa le loro azioni, mentre assistere alle violazioni ha avuto un effetto modesto, spingendo alcuni a seguire l’esempio.

E questo rispecchia in parte i risultati dei controversi esperimenti sull’obbedienza condotti da Stanley Milgram negli anni sessanta. Lo psicologo statunitense dimostrò che molte persone erano disposte a infliggere quelle che credevano essere dolorose scariche elettriche quando una figura autorevole gli ordinava di farlo, a meno che non vedessero altri disobbedire. In quei casi il rispetto dell’ordine scendeva dal 65 al 10 per cento.

In altre varianti dell’esperimento di Gaechter sono state introdotte penalità esterne. Per esempio, i ricercatori hanno detto ai volontari che la violazione sarebbe stata individuata nel 90 per cento dei casi, portando alla totale eliminazione della ricompensa.

Questo cambiamento ha causato un aumento dell’obbedienza, che è salita al 78 per cento circa. Nel loro insieme, i risultati indicano che se davanti a una ricompensa ci si conforma di più, questo comportamento dipende in gran parte dalle aspettative sociali e, per molte persone, da un impegno interiorizzato a rispettare le norme.

Lezioni per i legislatori

Secondo Gaechter, gli economisti hanno sempre considerato gli incentivi il principale motivo per cui le regole sono rispettate, trascurando tuttavia il fatto che molti le seguono solo perché sono convinti che sia giusto farlo. A seconda del contesto, infatti, la motivazione a obbedire può produrre benefici o perpetuare azioni nocive. “Dimostra che formulare le leggi non è un semplice calcolo di costi e benefici, ma un processo molto più interessante”, dice Gaechter.

Secondo Desmet, se dagli esperimenti emerge che perfino regole non imposte o per lo più simboliche hanno grossi effetti sul comportamento, le conseguenze per i legislatori sono chiare: “La legge parla alla società, influenzando le azioni degli individui non solo tramite la minaccia della pena, ma esprimendo norme e aspettative condivise”.

Resta comunque da vedere se la ricerca verrà presa in considerazione, dice Alex Haslam dell’università del Queensland a Brisbane, in Australia. Certi legislatori potrebbero essere disposti a farsi guidare dai risultati, ma non tutti. “Alcuni non danno molto retta a questo tipo di cose”, sostiene. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati