Girando per le grandi città italiane è facile rendersi conto del forte aumento della quantità di turisti che ha segnato gli anni successivi alla pandemia e del modo in cui questa presenza sta modificando i centri storici. Meno immediato è capire come questa trasformazione stia condizionando in profondità la vita delle italiane e degli italiani. Il legame tra iperturismo e forma di vita è la casa: lo mostra bene questo libro scritto da una ricercatrice attenta che lavora da anni su questi temi. La casa, spiega Gainsforth, da bene di prima necessità (e dunque diritto per tutti) si è trasformato in investimento finanziario (cioè privilegio per pochi). In questo anche l’Italia, storicamente paese di proprietari immobiliari, si sta allineando al resto d’Europa. Oggi accedere a un appartamento di proprietà è sempre più difficile se non si possiede già un immobile e anche trovare affitti non è affatto facile perché i proprietari preferiscono locazioni brevi o addirittura lasciare il proprio secondo (o terzo, o quarto) appartamento senza inquilini. Il meccanismo si autoalimenta: grazie all’estrazione della rendita, chi possiede case tende ad averne sempre di più, chi non ne ha resta senza. E gli aiuti alla casa, come quelli previsti dal Pnnr, lo incentivano trasferendo soldi pubblici nel privato. Così le disuguaglianze economiche aumentano, mentre i turisti, nella calura estiva, pasteggiano a spritz. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1623 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati