Gli ultimi giorni della mostra Giro di posta a Palazzo Madama di Torino e il sito levinet.eu, frutto di un progetto europeo dedicato alle lettere tra Primo Levi e i suoi lettori tedeschi, costituiscono un’ottima occasione per leggere il volume che contiene il pezzo forte di questo corpus ritrovato: il carteggio tra lo scrittore e Heinz Riedt, traduttore in tedesco di Se questo è un uomo, uscito l’anno scorso per le cure di Martina Mengoni. Quando nel 1958 Levi entrò in contatto con Riedt trovò un lettore attentissimo, culturalmente e politicamente vicino, persona ideale per riportare il linguaggio della sua opera prima alla lingua in cui si era svolta la maggior parte degli eventi che raccontava. La stupita meraviglia che Levi prova per questo incontro fortuito, ricambiata dal suo interlocutore, si fa strada tra gli elenchi di espressioni idiomatiche difficili da tradurre e le varianti di parole proposte al vaglio dell’autore. In poco tempo la relazione professionale si trasforma in amicizia, i due manifestano la voglia d’incontrarsi di persona nonostante gli impegni e le difficoltà che l’inizio della guerra fredda gli imponeva, dal momento che Riedt risiedeva ancora a Berlino Est. La lunga durata dello scambio permette al lettore di seguire al tempo stesso la storia della fortuna di Levi fuori d’Italia e quella di un’Europa che vedeva addensarsi nuove inquietudini. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati