Fabio Fazio è il migliore di tutti. Può risultare antipatico, ciascuno di noi almeno una volta nella vita avrebbe voluto riscrivergli le domande, eppure non c’è intervistatore più determinato in tutto il palinsesto nazionale. L’ospitata di Barack Obama, in collegamento, è l’ultima di una serie d’inforcate da prima pagina. L’ex presidente esordisce con un: “Ciao Fabio”, e noi per osmosi ci sentiamo proiettati su una terrazza a Manhattan, tra drink e bella gente, e un po’ meno provinciali. Fazio ha letto il libro, cita l’amico comune George (Clooney) e conversa su democrazia e incubi notturni con l’uomo più glamour del pianeta. Un colpo che altrove sarebbe stato promosso con la potenza di fuoco di un Super bowl. Da noi invece arriva puntuale il comunicato del deputato Michele Anzaldi, commissione vigilanza Rai, con il suo argomento preferito: se Obama si è collegato gratis, perché Fazio guadagna tanto? Tento una risposta, con le stesse parole: Fazio guadagna tanto perché riesce ad avere Obama gratis. Nessuno è più bullizzato del conduttore savonese. Trasferito di rete in rete, monitorato come un recidivo, attaccato da ogni parte politica, ha una scorza invidiabile che lo porta a fare il suo laddove altri avrebbero già riparato su un atollo. Fazio è sempre più bravo, eppure – mi è parso di notare – il sorriso di chi cazzeggiava ai tempi di _Anima mia _ha ceduto il passo al ghigno di chi non si diverte più. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati