È un gioiello di grande bellezza grafica e di scrittura, malgrado il suo minimalismo. È nato nel 1954 dalla collaborazione tra due grandi autori per l’infanzia, l’illustratore Maurice Sendak, di cui Adelphi sta riproponendo gran parte dell’opera, e la scrittrice Ruth Krauss. Anche se ci sono libri di Sendak visivamente più appariscenti, qui ogni minimo disegno, ogni minima espressione dei volti è una delizia da osservare con cura, una lezione di come, per mezzo del segno grafico, si crea con eleganza un’espressività che veicola contenuto come nella tradizione del miglior fumetto: quello della poesia nello sguardo sul mondo, quello dell’infanzia. Inoltre, è una lezione di narrazione minimale prossima al fumetto grazie a microraccontini o flash che si accavallano l’un l’altro nello spazio della pagina. Questa diventa così quasi un universo a sé dove deambulano solo bambini con la loro logica, illogica per gli adulti. E dell’intento educativo (sull’amicizia) quasi non ti accorgi. Si pensa in parte alle filastrocche del pittore Toti Scialoja e di Gianni Rodari: le epifanie sono tante, come quando un bimbo cinese regala ad altri bambini un sogno ciascuno, sogni a metà tra il palloncino e l’aureola. Sempre della coppia Krauss-Sendak escono altri due titoli di formato più piccolo: Un buco è per scavare (1952) e Una casa per le farfalle (1960). Tutti e tre insieme formano un unico grande libro.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati