Notte rosa di Francesco Cattani e La crociata degli innocenti di Chloé Cruchaudet (entrambi Coconino), due eccellenti graphic novel recentemente recensite, trattano della crudeltà degli esseri umani e del mondo reale con toni fiabeschi (Cruchaudet) o surreali, fantastici e da fiaba nera (Cattani). Qui sono riproposte due storie di uno tra i maggiori autori della scuola Disney italiana, Romano Scarpa, che ne sono insieme il rovescio e la conferma: Topolino e le delizie natalizie (1954) e Topolino e le dolcezze del Natale (1998), vale a dire il primo e l’ultimo dei suoi racconti di Natale. Uno è scritto da uno sceneggiatore storico di Topolino, Guido Martina – creatore, tra l’altro, delle Parodie Disney e di Paperinik – l’altro dallo stesso Scarpa. Se nel secondo racconto è evidente il richiamo a La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946), qualcosa del genere aleggia anche nel primo, si pensa ad Avvenne domani di René Clair (1944). Ma è davvero splendido, soprattutto, come entrambi trattino la cattiveria latente in tutti noi, compresi i nostri cari, rovesciandola in maniera umana e spingendo all’autoironia. Unici, poi, disegni e colori del primo racconto, dove i personaggi sono quasi degli ectoplasmi, e non soltanto perché invisibili: ottimo esempio della loro forza, tutta grafica, di marionette di gomma fuori dal mondo e di un altro mondo. Sulla loro bontà la crudeltà rimbalza, facendosi male.
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Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati