Le precedenti graphic novel di Cattani erano come delle narrazioni su un futuro che si è fermato, una palude che richiama Ricomincio da capo, il film con Bill Murray. Anche questa lo è. Nella raccolta
d’illustrazioni e soprattutto di racconti, brevi o lunghi (come quello finale che regala il titolo al volume), Cattani esplora quel che non vogliamo vedere, fuori e soprattutto dentro di noi. Questo rileva nella postfazione Sara Pavan, autrice e amica di vecchia data di Cattani, che insieme a Ratigher, autore underground e direttore editoriale di Coconino (che firma la prefazione), fanno quasi a gara nell’offrire osservazioni acute e penetranti. E se il futuro-presente distopico che domina la maggioranza delle illustrazioni e dei racconti, tra cui un assalto al parlamento italiano, è pieno di mostri esteriori e interiori, dentro alle immagini dalle atmosfere sospese e rarefatte di Cattani ci sono in realtà, come scrive Pavan, il dolore del mondo e tutte le crisi di oggi. Il suo surrealismo che ha qualcosa del cinema di Buñuel e Ferreri e gioca sull’orrido, è pregno di quel dolore. E questo magma dolente partorisce visioni inconsce sofferenti, umane e crude insieme. C’è una tensione etica nel fondo, malgrado le apparenze. Affascinando, soggiogando, ipnotizzando il lettore, l’autore gioca con l’orrido reso ludico da tante fiction senz’anima, ma s’interroga in modo profondo. Come, da sempre, fa la vera arte.
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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati