M olti scienziati sognano di vincere il Nobel, un riconoscimento che porta con sé fama mondiale, prestigio e un posto nel pantheon accanto a figure del calibro di Albert Einstein, Marie Curie e Francis Crick. E poi ci sono gli IgNobel, ideati per mettere in risalto le ricerche che fanno prima ridere e poi pensare.

Tra i premi degni di nota dell’edizione di quest’anno ci sono quello per l’alimentazione, assegnato a uno studio sul tipo di pizza preferito dalle lucertole agama in una località balneare del Togo (la quattro formaggi), e quello per la fisica, andato a una ricerca sul modo migliore di preparare la cacio e pepe, la pasta con pecorino romano e pepe nero, incredibilmente difficile da realizzare correttamente.

“Per noi è il più grande riconoscimento alla creatività in campo scientifico”, dice Giacomo Bartolucci, fisico dell’università di Barcellona e coautore dello studio sulla cacio e pepe. Il suo team ha studiato le transizioni di fase che possono provocare grumi e ha scoperto una ricetta che dà sempre risultati ottimi. “L’obiettivo era sia soddisfare la nostra curiosità, sia affrontare il problema in termini fisici dimostrando che perfino le frustrazioni quotidiane come un piatto di pasta non riuscito possono nascondere interessanti dilemmi scientifici”, spiega Bartolucci.

Reazioni irritate

Gli IgNobel sono stati istituiti nel 1991 da Marc Abrahams, direttore della rivista satirica Annals of Improbable Research. Tra i vincitori delle edizioni precedenti ci sono la scoperta che l’orgasmo può essere un efficace decongestionante nasale, la levitazione magnetica di rane vive e una ricerca sulla necrofilia nelle anatre.

Inizialmente alcuni consideravano il premio una sciocchezza o addirittura un insulto. Abrahams racconta di aver ricevuto una lettera irritatissima da Robert May, consulente scientifico del governo del Regno Unito tra il 1995 e il 2000, che gli intimava di smettere di assegnarlo a scienziati britannici. Ma ormai molti considerano questi premi un passo avanti per la loro carriera.

“Quando ci hanno chiamato per comunicarci che avevamo vinto l’IgNobel abbiamo pensato che fosse uno scherzo”, racconta Fritz Renner, psicologo dell’università tedesca di Friburgo e vincitore del premio per la pace di quest’anno, per aver dimostrato che l’alcol può migliorare la capacità di parlare una lingua straniera.

“L’idea è nata a un convegno internazionale a Vienna”, spiega. “Alla fine di una lunga giornata siamo andati al bar con i colleghi e alcuni non madrelingua hanno detto scherzando che dopo qualche bicchiere il loro inglese sembrava migliore”.

Il dibattito è sfociato in uno studio che dimostra come gli ascoltatori valutano più positivamente la capacità di parlare una lingua straniera di una persona dopo che questa ha bevuto un po’. Tuttavia Renner precisa che “non incoraggiamo a ricorrere all’alcol per l’apprendimento”.

A proposito di ebbrezza, il premio nella categoria aviazione è andato a uno studio su come l’alcol può compromettere la capacità di volo e di ecolocalizzazione nei pipistrelli, che infatti evitano di consumare frutta fermentata. “Quando ci hanno detto che avevamo ricevuto l’IgNobel eravamo entusiasti”, dice Berry Pinshow, studioso di ecofisiologia all’università Ben-Gurion del Negev a Be’er Sheba, Israele. “La scienza è una cosa seria, certo, ma è anche divertente e molto gratificante”.

La cerimonia di quest’anno, che si è svolta il 18 settembre all’università di Boston, negli Stati Uniti, è stata come sempre chiassosa. Sotto la tradizionale pioggia di aeroplanini di carta, e con i premi consegnati da veri Nobel, i dieci gruppi di scienziati avevano ciascuno un minuto per spiegare le loro ricerche a un vivace pubblico di mille persone.

Questi loro lavori possono sembrare frivoli, ma secondo Renner hanno un ruolo importante. “Non si tratta solo di fare scoperte rivoluzionarie, ma anche di esaminare con cura problemi quotidiani”, spiega. “E in un’epoca in cui la disinformazione e le notizie false rendono difficile distinguere tra fatti e opinioni, trovo che questo meriti di essere celebrato”. ◆ sdf

I vincitori
Dipingere le mucche a strisce

Letteratura William Bean per aver registrato e analizzato il ritmo di crescita di una delle sue unghie per 35 anni.
Psicologia Marcin Zajenkowski e Gilles Gignac, per aver studiato cosa succede quando si dice a un narcisista che è intelligente.
Alimentazione Daniele Dendi, Gabriel Segniagbeto, Roger Meek e Luca Luiselli per una ricerca su quali tipi di pizza sono preferiti da alcune specie di lucertola.
Pediatria Julie Mennella e Gary Beauchamp per uno studio su cosa prova un neonato quando la madre mangia aglio.
Biologia A Tomoki Kojima, Kazato Oishi, Yasushi Matsubara, Yuki Uchiyama, Yoshihiko Fukushima, Naoto Aoki, Say Sato, Tatsuaki Masuda, Junichi Ueda, Hiroyuki Hirooka e Katsutoshi Kino per una serie di esperimenti volti a stabilire se dipingere le mucche con strisce simili a quelle delle zebre può aiutare a proteggerle dalle punture dei tafani.
Chimica Rotem Naftalovich, Daniel Naftalovich e Frank Greenway per aver valutato se ingerire il teflon (il materiale di cui sono fatti i rivestimenti antiaderenti) può favorire il senso di sazietà senza aumentare l’assunzione di calorie.
Pace Fritz Renner, Inge Kersbergen, Matt Field e Jessica Werthmann per aver dimostrato che in alcune circostanze il consumo di alcol può migliorare la capacità di parlare una lingua straniera.
Design Vikash Kumar e Sarthak Mittal per aver analizzato l’influenza del cattivo odore delle scarpe sulla qualità dell’esperienza di usare una scarpiera.
Aviazione Francisco Sánchez, Mariana Melcón, Carmi Korine e Berry Pinshow per aver indagato come il consumo di alcol riduce la capacità dei pipistrelli di volare e usare l’ecolocalizzazione.
Fisica Giacomo Bartolucci, Daniel Maria Busiello, Matteo Ciarchi, Alberto Corticelli, Ivan Di Terlizzi, Fabrizio Olmeda, Davide Revignas e Vincenzo Maria Schimmenti per i loro studi sulla fisica dei condimenti per la pasta, specialmente le transizioni di fase che possono provocare i grumi.


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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati