In Italia un referendum per dare più rapidamente la cittadinanza agli immigrati è fallito a causa della scarsa affluenza alle urne. Gli elettori hanno raccolto l’invito della presidente del consiglio Giorgia Meloni a boicottare il voto. Secondo i dati del ministero dell’interno ha partecipato al voto quasi il 30 per cento degli aventi diritto. La consultazione sarebbe stata valida se avesse votato il 50 per cento più uno delle persone che potevano farlo.

Uno dei cinque quesiti del referendum mirava a dimezzare il periodo di residenza delle persone straniere in Italia necessario per chiedere la cittadinanza. Il quesito, sostenuto dall’opposizione di sinistra e dalle organizzazioni civiche, intendeva modificare una legge del 1992 che per gli stranieri provenienti da paesi extraeuropei prevede dieci anni di soggiorno continuativo in Italia. Prima del 1992 erano sufficienti cinque anni.

Giorgia Meloni a palazzo Chigi, Roma, 6 giugno 2025 (Stefano Costantino, SOPA Images/LightRocket/Getty)

Se il referendum avesse raggiunto il quorum e avessero vinto i sì, dicono i sostenitori, avrebbero potuto chiedere subito la cittadinanza due milioni e mezzo di persone straniere già residenti in Italia da almeno cinque anni. Il 65,3 per cento dei votanti ha approvato il cambiamento, mentre il 34,6 per cento ha votato no.

Quando è apparso chiaro che il referendum non avrebbe raggiunto il quorum, il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini, di estrema destra, ha dichiarato che la Lega cercherà di inasprire le leggi per rendere la naturalizzazione ancora più difficile: “La cittadinanza non è un regalo, chiediamo regole più chiare e severe per essere cittadini italiani, non basta qualche anno in più di residenza”. In Italia è in aumento il numero di figli di migranti che crescono e studiano nel paese ma restano stranieri da un punto di vista legale. Attualmente circa l’11 per cento dei bambini che frequentano le scuole italiane è di nazionalità straniera.

La lotta prosegue

La campagna referendaria ha preso spunto dal dibattito del 2024 quando l’Italia ha vinto la medaglia d’oro olimpica nella pallavolo femminile grazie a una squadra in cui le giocatrici più forti sono figlie di immigrati africani.

Quel risultato sportivo ha spinto partiti e associazioni a chiedere un percorso agevolato verso la cittadinanza per i figli di immigrati cresciuti in Italia, mentre gli estremisti di destra sostengono che non potranno mai essere considerati italiani al pari degli altri.

Meloni e i suoi partner di coalizione, la Lega e Forza Italia, hanno volutamente ignorato il referendum, chiedendo ai loro elettori di astenersi. La presidente del consiglio è andata al seggio elettorale ma non ha ritirato le schede. Una volta saputo il risultato Meloni non ha commentato il voto, ma Fratelli d’Italia ha pubblicato su X una foto dei leader dell’opposizione con la scritta “avete perso”.

I sostenitori del referendum si sono detti delusi ma hanno precisato che continueranno a lottare per semplificare e rendere più veloce il percorso verso la naturalizzazione, che al momento può durare anche 15 anni. “Quando abbiamo avviato la procedura per il referendum sapevamo che si trattava solo di un piccolo passo per tentare di cambiare la legge sulla cittadinanza”, spiega Deepika Salhan, 26 anni, nata in India e arrivata in Italia quando aveva nove anni.

Salhan ha acquisito la cittadinanza nel 2024, sette anni dopo la naturalizzazione del padre. “Siamo preparati, sappiamo che la lotta e il movimento devono andare avanti”, ha aggiunto Salhan, presidente di Dalla parte giusta della storia, un’organizzazione che chiede una riforma della legge sull’immigrazione. Il primo giorno del voto la Lega e Forza Italia hanno usato i social media per dichiarare che gli italiani avevano trascorso una domenica in spiaggia invece di perdere tempo al seggio. La Rai, altri canali di informazione e i quotidiani tradizionali hanno quasi ignorato il referendum, che è stato a malapena nominato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali il giorno dell’apertura delle urne. “Tante persone non sapevano nemmeno che ci fosse un referendum o l’hanno scoperto il giorno prima. Non c’è stato alcun tipo di informazione o pubblicità da parte delle istituzioni”, sottolinea Salhan.

Lorenzo Pregliasco, fondatore dell’azienda italiana di sondaggi Youtrend, spiega che l’immigrazione è diventata un tema determinante nel contesto politico fortemente conflittuale del paese, al punto che l’opposizione di centrosinistra ha parlato di referendum sul governo Meloni. “Il centrosinistra ha chiaramente sottolineato che questo voto sarebbe servito per dimostrare che il governo Meloni non rappresenta più la maggioranza nel paese. Questo ha politicizzato troppo il dibattito”, spiega Pregliasco. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati