L’8 novembre il presidente siriano Ahmed al Sharaa è andato in visita ufficiale negli Stati Uniti e due giorni dopo ha incontrato il collega Donald Trump. È la prima volta che un presidente siriano va a Washington dall’indipendenza nel 1946 e che un ex esponente di Al Qaeda è invitato alla Casa Bianca. In questa occasione è stato annunciato l’ingresso della Siria nella coalizione internazionale antijihadista guidata dagli Stati Uniti, il cui obiettivo principale è combattere il gruppo Stato islamico. Inoltre gli Stati Uniti hanno autorizzato la Siria a riprendere le attività della sua ambasciata a Washington e hanno previsto di aprire una base militare vicino a Damasco. Il dipartimento di stato statunitense ha anche annunciato una nuova sospensione semestrale delle sanzioni contro la Siria, imposte anni fa contro il regime di Bashar al Assad e già sospese una prima volta a maggio, in attesa che il congresso le revochi definitivamente. Il quotidiano siriano Enab Baladi spiega che il percorso è “ancora pieno di ostacoli”, soprattutto a causa dell’opposizione di Israele, che vuole mantenere una Siria debole ai suoi confini. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati