China su pile di libri di una bancarella nel mercato del Cairo, un giorno d’autunno del 1993, Iman Mersal s’imbatte in un volumetto dalla copertina grigia e dal titolo accattivante: Amore e silenzio. Mersal, all’epoca laureanda, pensa che l’autrice possa essere imparentata con Latifa al Zayyat, romanziera e figura di spicco dell’anticolonialismo. Compra il libro per una lira egiziana. Quello che trova, invece, è un romanzo intimo e introspettivo, un’opera essenziale ma in gran parte dimenticata di una scrittrice egiziana di epoca contemporanea. La voce, scrive poi Mersal, era “moderna, strana, limpida e al di là di ogni possibile classificazione”. Quel libro l’ha colpita profondamente, racconta, spingendola a intraprendere un viaggio lungo quasi trent’anni per scoprire tutto ciò che poteva sull’autrice: una giovane donna egiziana di nome Enayat al Zayyat, che morì suicida nel 1963. Accanto al letto aveva lasciato solo un biglietto per suo figlio, Abbas: “Ti amo davvero, è solo che la vita è insopportabile. Perdonami”. Dopo la sua morte, i suoi scritti caddero nell’oblio. Nel libro Sulle tracce di Enayat Mersal riporta in vita la storia della scrittrice scomparsa e dimenticata.
Aida Alami, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1637 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati