Dwayne Johnson (ex e per sempre The Rock) è così bravo nel film di Benny Safdie, sul pioniere delle arti marziali miste Mark Kerr, che viene voglia di smontare la macchina per vedere come funziona. Johnson trae dal film un’iniezione di credibilità e probabilmente una nomination all’Oscar che potrebbe lanciarlo in una nuova fase della sua carriera. Più interessante quello che invece il film ottiene da Johnson, cioè un metatesto del suo background di lottatore, del suo corpo e della sua fama che aggiunge una dimensione a una biografia insolitamente raffinata e a un film sportivo poco sensazionalistico. The smashing machine diventa così un affascinante saggio su fisico e fama di un uomo che ha quasi sacrificato il primo per raggiungere la seconda, interpretato con abilità da qualcuno che è l’epitome di entrambi.
Jessica Kiang, Sight & Sound
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Questo articolo è uscito sul numero 1631 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati